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Bologna - martedì, 28 Febbraio 2017
Vito D'Eri: "Quanto mi manchi, Lucio"
A 6 anni dalla scomparsa di Dalla, il ricordo del sosia e amico fraterno del cantautore
Vito D'Eri - Bologna - 06-05-2015 - Vito D'Eri:

(KIKA) – BOLOGNA – ESCLUSIVO – "Questi me li ha regalati Lucio", afferma con sguardo fiero Vito D'Eri62enne imbianchino di Bologna - mostrando due cuffie di cotone a righe orizzontali e due paia di guanti senza dita, marchio di fabbrica dell'estetica un po' vagabonda di Lucio Dalla. Sono il ricordo materiale di un'amicizia ventennale profonda, nata nell’estate del 1991 per puro caso. Un gioco del fato innescato da una somiglianza inquietante. "Un pomeriggio incontrai Luca Carboni da un fioraio, in centro a Bologna – racconta D'Eri - Mi vide e scoppiò a ridere: 'Se Lucio ti vedesse andrebbe fuori di testa'".

Una telefonata e pochi giorni dopo Vito è dietro le quinte di un concerto di Dalla in Abruzzo, sua terra d'origine. Vestito come Dalla. "Lucio mi osservò con un sorriso meravigliato, posò le mani sulle mie spalle come a specchiarsi, e disse: 'Impressionante. Ma saranno state delle gran troie, le nostre madri!'. Io gli risposi 'la mia no di certo, la tua non lo so'". Da quella sera d'estate, Vito e Lucio diventano inseparabili. Dalla lo porta ovunque vada, si diverte a trascinarlo sul palco spacciandolo per se stesso. Con lo stratagemma del playback, manda il sosia alle manifestazioni musicali alle quali non ha tempo di partecipare. "Mi diceva sempre: 'sono circondato da stronzi che mi stanno vicino solo perché sono Lucio Dalla. Tu invece sei un amico vero'".

D'Eri non dimenticherà mai quel weekend in cui confessò al suo gemello celebre di essere in serie difficoltà economiche, con un mutuo da estinguere pendente sulla testa. "Il lunedì successivo, chiamai la banca e appresi che Lucio aveva versato 40 mila euro sul mio conto". Per un triste scherzo del destino, Vito non scorderà nemmeno quel 1 marzo del 2012. "Non volevo crederci. Passai tre giorni e tre notti sotto casa sua". Ancora oggi, non passa domenica senza che D'Eri si rechi con un mazzo di fiori alla Certosa, dove Dalla riposa al fianco di Giosuè Carducci. "Fu come perdere un fratello".

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