(KIKA) - LOS ANGELES - Il caso Weinstein continua a tenere banco sui media e stavolta non per l'ennesima denuncia ai danni del produttore ma per una tragica morte: quella della produttrice Jill Messick, il cui nome è legato a successi come Mean Girls e Frida, che si è uccisa.
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La Messick aveva 50 anni e da tempo soffriva di depressione e disturbo bipolare, patologie che si sono con tutta probabilità aggravate dopo lo scandalo legato alle molestie che ha coinvolto Harvey Weinstein e Miramax: dal 1993 al 2007, infatti, la produttrice aveva lavorato proprio per la casa di produzione.
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Non solo: era stata la manager di Rose McGowan ai tempi in cui l'attrice venne violentata dal produttore, anche se allora nessuno parlò di stupro, come puntualizza la famiglia della Messick: "Rose non usò mai la parola stupro. Jill però riconobbe che Harvey aveva fatto qualcosa di disdicevole se non illegale a Rose e ne parlò con i suoi superiori all'agenzia, i quali dissero che avrebbero gestito la situazione. Il successivo accordo tra Rose e Harvey che venne negoziato in seguito venne fatto senza che Jill lo sapesse. Ciò che sapeva era che la questione era stata risolta e che Rose continuava a fare film con i Weinstein".
E proprio Rose McGowan, insieme ai media e a Weinstein, è accusata dalla famiglia di Jill Messick di essere almeno indirettamente risponsabile della situazione in cui la produttrice si era trovata: "Vedere il suo nome nei titoli dei giornali giorno dopo giorno, come tentativo di qualcuno di sollevare attenzione alla sua causa personale, insieme al disperato tentativo di Harvey di vendicarsi, è stato per lei devastante".
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Recentemente, Weinstein ha rotto il silenzio rispetto alle accuse e tramite il suo avvocato le aveva controbattute: tra i testimoni a suo favore, secondo il legale, Ben Affleck e anche Jill Messick. Anche questo avrà contribuito ad aggravare la sua depressione, facendo precipitare le cose?
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