(KIKA) - LOS ANGELES - Sono parole che faranno discutere e non poco quelle rilasciate da Woody Allen alla tv argentina. Il regista ha infatti parlato delle accuse che gli sono state rivolte e di come sta affrontando la complicata situazione. Dichiarazioni per nulla scontate, che riportiamo di seguito.

"Sono un grande sostenitore del movimento. Penso che quando si individuano delle persone che molestano degli uomini e delle donne innocenti sia una cosa buona denunciarli pubblicamente. Sapete, dovrei essere il testimonial del #MeToo perché ho lavorato nell'industria cinematografica per oltre 50 anni. Ho lavorato con centinaia di attrici e nemmeno una di loro hanno mai sostenuto che abbia avuto dei comportamenti in qualche modo inappropriati. Ho sempre avuto delle splendide esperienze con loro".

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Allen aggiunge poi di essere molto infastidito per essere paragonato a persone come Harvey Weinstein: "È assurdo. Mi paragonano a persone che sono state accusate di aver compiuto innumerevoli abusi da 20 donne, 50 donne, 100 donne, mentre io sono stato accusato solo da una donna durante un caso per ottenere la custodia di un minore ed è qualcosa su cui si è indagato, dimostrando che non c'era niente di vero".

Il regista infine ribadisce la sua innocenza riguardo alle accuse di molestie sulla figlia adottiva Dylan Farrow: "È semplicemente folle. È qualcosa su cui le autorità hanno indagato 25 anni fa e tutti erano giunti alla conclusione che non ci fosse niente di vero. Ed è tutto finito lì, sono andato avanti con la mia vita. Far riemergere ora quelle accuse rappresenta qualcosa di terribile. Sono un uomo con una famiglia e dei figli, quindi ovviamente è sconvolgente".

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