Interviste
 
Bradley Cooper e il regista ci parlano di American Sniper.
“Non riprendo la stessa scena più volte perché non voglio esaurire gli attori, non voglio perdere la freschezza, sono stato attore anche io e so cosa vuol dire”.

Clint Eastwood, 84 anni portati meravigliosamente, è leggendario per la sua velocità sul set. Ormai prolifico regista, solo una settimana dopo aver finito di girare Jersey Boys si è dedicato al successivo progetto: American Sniper, film per il quale Bradley Cooper è stato candidato agli Oscar come miglior attore protagonista.



Non è il primo film di guerra di Eastwood che nel 2006 girò Flags of Our Fathers e Lettere da Iwo Jima. “Finita la Seconda guerra mondiale ci dissero che non ci sarebbero state più guerre. Non avevano ancora finito di dirlo che c’è stata la Corea, poi il Vietman, Afghanistan e Iraq. Mi chiedo se la guerra è inevitabile, se non faccia parte del DNA dell’essere umano”, dice il regista.

American Sniper racconta la storia di Chris Kyle cecchino inviato quattro volte in Iraq con una missione: difendere i suoi commilitoni grazie alle sue straordinarie capacità con le armi da fuoco, doti che gli sono valse il soprannome di ‘Leggenda’. A Chris Kyle, interpretato da Bradley Cooper che del film è anche produttore, è stata attribuita l’uccisione di 160 nemici accertati e 255 probabili. La sua storia è diventata un libro che Clint Eastwood ha voluto adattare al grande schermo. Accanto a Cooper recita Sienna Miller nei panni della moglie, Taya. Il film racconta infatti, non solo il dramma del soldato in guerra, ma anche il trauma che si porta a casa e il rapporto con la famiglia.

Bradley Cooper, che arriva così a tre candidature all’Oscar  dopo quelle per Il lato positivo e American Husle - l’apparenza inganna, non ama l’etichettatura di ‘film sulla guerra in Iraq’: “Non vedo questo film come un mezzo per educare le persone sulla guerra in Iraq. A pensarci bene non lo vedo come un film sul conflitto iracheno, è un pellicola sull’orrore della guerra. E’ un film su un uomo e su quello che ha passato sul fronte. Il dilemma e l’orrore che sta dietro ogni guerra”.



Descritto quindi il lato psicologico e umano di Kyle, i tormenti della mente che soldati come lui sono costretti a subire, sul fronte e al loro ritorno, il rapporto con la famiglia: “Voglio che tu ritorni ad essere umano”, dice la moglie Taya a Kyle, quando gli implora di non ritornare sul fronte. Kyle lo farà quattro volte prima di essere congedato con onore dai Navy SEAL e poi morire, proprio in un tiro a segno, dove aveva deciso di insegnare ad altri a sparare. Il suo assassino è stato condannato all'egastolo.

“La vedova mi ha dato accesso a tutte le e-mail che si sono scambiate lei e suo marito durante i periodi in Iraq. – dice Sienna Miller - Era materiale molto personale, le sono davvero grata per questa apertura, per aver condiviso con me comunicazioni così intime e familiari. Non sono tante le unioni che sopravvivono a tutto questo, spesso i militari oltre ai traumi che subiscono nelle zone di guerra, poi devono far fronte ai problemi famigliari, ma non è stato il caso di Kyle e Taya, la cui relazione è riuscita a sopravvivere”.

La stessa Taia Kyle che ha partecipato alla presentazione alla stampa del film, confessa: “Mi sono persa dietro quel volto sullo schermo, persino io ero convinta che quello che stavo vedendo fosse mio marito. E’ stato emozionante”. Taya Kyle han fondato un’associazione di aiuto per le famiglie di soldati al fronte in onore del marito, la Chris Kyle Frog Foundation: “Fra veterani di guerra la percentuale di divorzi è altissima, arriva sino a punte del 95%, la nostra fondazione vuole dare una mano alle famiglie che devono passare attraverso questa prova dolorosa”.

“La storia raccontata è una storia di coraggio e abnegazione, - conclude Cooper - Kyle è un veterano di guerra come che ce ne sono milioni in America, raccontare la sua storia è raccontare la storia di tanti uomini e donne che hanno servito il paese e che spesso vengono emarginati e dimenticati”.

 

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