Interviste
 
L'attore anticipa le novità della nona edizione
Debutterà il prossimo autunno su Italia Uno la nona ed ultima stagione di CSI: NY, che metterà la parola fine al più giovane degli spin-off di CSI: Scena del Crimine, la serie creata nel 2000 da Anthony Zuicker.


Protagonista storico della serie è Gary Sinise. L’attore, già prima di approdare in televisione, dove per quasi dieci anni ha vestito i panni del detective Mac Taylor, vantava una carriera cinematografica di tutto rispetto, con una filmografia che include titoli del calibro di “Forrest Gump” (interpretava il tenente Dan Taylor), “Apollo 13”,“Il miglio verde” e tanti altri ancora.



Alla fine della ottava stagione di CSI: NY, Mac, il personaggio interpretato da Sinise perde la memoria a causa di una sparatoria.

Cosa succederà ora? Arriveremo a vedere un vero e proprio punto di rottura, dove Mac perderà finalmente la sua proverbiale calma?

Credo sia interessante essere in grado di esplorare gli effetti residui di un evento traumatico come quello che Mac ha dovuto affrontare nel finale dell’ottava stagione. Questa esperienza quasi mortale che lui ha vissuto sulla sua pelle lo ha profondamente sconvolto, lasciandolo con molte sfide da affrontare nella nona stagione.



Quindi Mac in qualche modo, alla fine crolla?

Avremmo potuto fare finta di niente e farlo tornare come il Mac Taylor di sempre, ma gli sceneggiatori hanno ritenuto interessante esplorare cosa sarebbe potuto succedere nel momento in cui questo personaggio, che è sempre molto forte, calmo, composto e non rivela mai nessun segno di vulnerabilità, avesse dovuto affrontare delle difficoltà a livello fisico. Una delle conseguenze sarà che lo vedremo prendere delle decisioni che normalmente non solo non prenderebbe, ma che non terrebbe neanche in considerazione!

Cambierà anche il rapporto con Christine, la fidanzata di Mac?

La loro relazione si è molto rafforzata dopo questa esperienza quasi fatale perché lei gli è rimasta accanto per tutto il tempo e lo ha aiutato con la riabilitazione. Ma la cosa presenta al tempo stesso delle difficoltà perché lui non è abituato a mostrare nessun tipo di vulnerabilità e quindi questa situazione gli crea dei conflitti interiori.Come la faccenda si risolverà non posso anticiparvelo, posso solo dirvi che, anche se il pubblico potrebbe sentirsi frustrato dalle sue incapacità ad esprimersi, sarà divertente vedere Mac lottare con i propri sentimenti. Certo che è buffo come opera il destino. Circa un mese dopo aver girato l’episodio della sparatoria, io stesso ho vissuto un’esperienza quasi mortale.


Ci racconta?

Sono stato coinvolto in un incidente stradale e mi sono svegliato in ospedale, esattamente come è successo al personaggio di Mac. Solo chi ha vissuto un evento di questo tipo può capire come un’esperienza del genere possa spingerti a riflettere sulla tua vita e a mettere in dubbio cose di cui prima non ti importava nulla. Non è una cosa di cui parlo molto, ma mi ha fatto molto pensare al vero significato di quell’episodio e alle sue conseguenze. Credo che tutto questo mi abbia reso più consapevole nella mia interpretazione del Mac post-sparatoria della nona stagione e spero di aver reso giustizia non solo al personaggio, ma a tutte quelle persone che si sono trovate in situazioni di questo tipo, sospesi tra la vita e la morte.


C’è dunque un fine sociale nel mestiere dell’attore.

Certamente, anche quando si tratta di puro intrattenimento. A tutti serve un momento di svago, no?


Come ha iniziato con la professione di attore?

Mi sono innamorato della recitazione quando ero al liceo. A quel tempo facevo parte di una rock band e ricordo che ero con gli altri membri del gruppo nei corridoi della scuola quando una professoressa ci venne incontro per chiederci se volevamo fare un’audizione per West Side Story: “Visto che avevete l’aria da bulletti,” ci disse “perché non interpretate i membri della gang?”. All’inizio ero nervosissimo all’idea, non avevo mai fatto un’audizione prima, né avevo la più pallida idea di cosa fosse un’audizione, ma poi ho visto tutte quelle ragazze carine entrare nell’auditorium e mi sono lanciato. Sono felice di averlo fatto, perché non solo mi hanno preso per quella parte, ma mi sono proprio innamorato della recitazione, ho capito che quella sarebbe stata la mia strada e appena mi sono diplomato ho radunato un gruppetto di ragazzi e fondato una compagnia teatrale, la Steppenwolf, che è tutt’oggi attiva a Chicago.
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