Interviste
 
In Hitchcock interpreta la moglie del grande regista, Alma
Alma, così si chiamava la moglie di Alfred Hitchcock, Alma, ovvero anima. Dietro tutti i  film del grande maestro della suspence c’era un’anima forte, volitiva e tenace. Sceneggiatrice,  montatrice,  trovarobe,  produttrice.Alma Reville era la spina dorsale di tutti film di Hitchcock e ora Alma Reville ha il volto di Helen Mirren nel film Hitchcock, di Sacha Gervasi, in uscita il 7 marzo.Incontriamo Helen Mirren sul set,  in un capannone di Hollywood,  si sta girando la scena della doccia, la famosissima doccia di Psyco.  Il film infatti ricostruisce la produzione di uno dei più spaventosi film del regista inglese. Non si vede nulla di quella scena.

Solo i volti, illuminati dalla luce di un monitor, di Helen Mirren e Anthony Hopkins che fasciato dentro una protesi di chili superflui interpreta Hithcock . Guardano il monitor, si sentono le urla di Janet Leigh, interpretata da Scarlett Johansson.  Poi hanno una discussione sull’opportunità di mettere la musica di sottofondo. L’avrà vinta lei, Alma. La musica, nella scena della doccia, ci sarà.“Alma era l’eroina non celebrata di ogni film  di Hitchcock.  Era estremamente efficiente nella creazione di ogni capolavoro del marito e lui stesso attribuiva tantissimo credito al lavoro della moglie,  ma lei restava nell’ombra. E’ stato meraviglioso portare Alma, per una volta, alla luce del sole”.

Helen Mirren ha i capelli rosso fragola e un completino twin set blu,  camicetta panna,  gonna blu al ginocchio. Molto bon ton. “E’  buffo come torna tutto di moda vero? A me è sempre piaciuta la moda di quei tempi, gli anni Quaranta e Cinquanta.
Non assomiglia però così tanto alla vera Alma.

So che non sono Alma, per niente, e non voglio nemmeno tentare di essere lei.Cerco di rendere l'idea del contributo che questa donna ha dato al marito, di quanto fosse intelligente e proattiva e preparata, ma in termini di immagine non sono uguale a lei.In realtà non so molto di lei, ci sono poche foto, quasi tutte in bianco e nero. Era molto più piccola di me, spero di essere lo spirito di Alma.
Cosa ricorda di Psyco, l’originale?

La prima memoria del film riguarda mio padre. Lo ricordo rincasare e dire: ‘Ho visto il film più spaventoso della mia vita’.

E il suo personale ricordo?

Riguarda l'inizio del film. Ricordo il mio pensiero, quando lei si appropria di quella somma. Allora pensai: ragazza che errore stai facendo!

L’ha rivisto recentemente?

No, non l’ho rivisto e non lo rivedrò.

Perché?

Non mi piacciono i film di paura. Mi spaventano, che gusto c’è a spaventarsi di proposito?

Le piace ridere al cinema? Cosa la diverte?

Mi capita spesso di ridere quando non ridono gli altri, colgo aspetti ironici di situazioni assolutamente normali, e al contrario mi capita di non ridere con gli altri. Sono fuori sincrono, magari capisco cosa possa far ridere ma non riesco a riderci. Gli amatissimi Monty Python ad esempio, non mi hanno mai fatto ridere.

Cosa ha imparato di Hitchcock che prima non sapeva?

Che era un uomo molto tranquillo. Al contrario di molti registi che tendono a imporsi urlando, lui era serafico, calmo e molto bene organizzato.

A proposito di donne sposate con un regista, lei è la moglie di Taylor Hackford, il regista di “Ray” e L'avvocato del diavolo”.

C'è molto nella vita di Hitchcock e Alma che è riconoscibile per me, vero. So che cosa significa andare a una premiere con mio marito, so cosa significa quando la gente si approccia a te per arrivare a lui. Ci sono passata per questi momenti con Taylor, e lui è passato per le stesse situazioni con me  e questo è importante in un rapporto di coppia fra persone che condividono un mondo così particolare come è il nostro.

Quindi la ricetta per un matrimonio felice è fare entrambi lo stesso mestiere?

Sì,  forse a Hollywood è così. La ricetta di un matrimonio di successo in questo ambiente è proprio quella di avere una partnership professionale tanto quanto una relazione amorosa, se non hai un senso comune di quello che stai facendo non resisti a certi ritmi.Lei è stata diretta da suo marito in Il sole di mezzanotte e Love Ranch.  Che esperienza è stata?

Non facile. Mi piaceva l’idea di stare con lui, di passare tempo insieme e mi piace molto vederlo dirigere, ma non è stato facile.

Litigavate sul set o aspettavate di essere a casa?

No, mai litigato, né sul set né a casa, sappiamo entrambi che quando lavori dodici ore sul set, l'ultima cosa che vuoi è portati il lavoro a casa, ma è stata un'esperienza dura. Lui sa essere molto abrasivo con i suoi attori, non sono abituata. Per me è meglio che faccia solo il marito.

Non indossa molto trucco per interpretare Alma.

Ne ho, mi creda. Ho fatto invece un altro film in cui sono completamente struccata ed è liberatorio e facile: tutte quelle ore passate in sala trucco sono una noia.

Non è un duro colpo per la propria autostima?

C'è un momento nella vita di una donna in cui è il caso di lasciare andare la propria vanità. Per un certo tempo, non più giovanissime e non ancora decrepite, noi donne viviamo un una sorta di negazione di quello che realmente siamo , il nostro aspetto non è più congruo con l’immagine che noi abbiamo di noi stesse. Ci sono volte in cui non posso guardarmi sullo schermo, ma non sono io che mi devo guardare, è il pubblico.

Eppure è opinione comune che Helen Mirren,  a 65 anni sia una delle donne più sexy di Hollywood. Come fa?

Non lo so, non faccio molto, ma faccio tutto, poco di tutto. Mi curo, ma forse il segreto sta proprio lì: non fare molto di tutto quello che si può fare, ma un po' , invece, farlo. Faccio esercizio, ma non sono mai stata una fanatica del movimento. E poi non fumo, non ho mai fumato.

Lei è un modello femminile molto forte. Ha vinto un Oscar interpretando la regina Elisabetta, ora sarà Alma, donna volitiva, poi sarà una combattente in Red2.

Mi piace rappresentare donne forti. Il mio modello femminile è Margareth Thatcher e non perché sia delle sue stesse idee politiche, anzi, vado completamente contro il suo modo di pensare, ma la Thatcher è stata un esempio per ogni donna. Ricordo di aver sentito una conversazione,  un po’ di tempo fa, fra una bambina di cinque anni e sua madre. La bambina chiedeva alla madre chi era quella donna con i capelli cotonati e la madre le diceva: ‘E’ il Primo Ministro d'Inghilterra ’. Ricordo di aver pensato che da quel momento in avanti quella bimba di cinque anni sarebbe stata al corrente che era possibile, anche per una donna, arrivare ai vertici e fare cose importanti.
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