Il 6 dicembre su Sky Cinema 1HD con "Cinema Verité"
Chi pensa che i reality show siano un'invenzione del ventunesimo secolo sbaglia. Il primo, devastante, esperimento risale agli anni Settanta. Era stato realizzato in America e si chiamava “An American Family”.
Era il 1973 quanto ad un produttore televisivo americano venne un'idea: perchè non riprendere gli interni di una famiglia modello americana e mostrare la loro vita in tv? La famiglia scelta fu quella dei Loud, padre, madre e cinque figli. Per sette mesi la loro vita venne registrata su nastro. Il risultato furono 12 puntate e un divorzio. La famiglia perfetta americana si era disintegrata sotto l'occhio della telecamera e, di conseguenza, di milioni di spettatori. Lo show, in un'epoca in cui la vita privata aveva certo un'altra valenza, causò moltissimo dibattito e un mare di polemiche. Ora Cinema Veritè riporta quell'esperienza sul piccolo schermo.
In onda il 6 dicembre su Sky Cinema 1HD, Cinema Veritè è un mokumentary, ovvero è fiction ma è girato come se si trattasse del dietro le quinte delle riprese del programma originale, ed è interpretato da Diane Lane (Sotto il sole della Toscana) e Tim Robbins (Le ali della libertà), nei panni di Pat e Bill Loud, e da James Gandolfini (I Sopranos) in quelli del produttore Graig Gilbert che convinse la famiglia a fare parte dell'esperimento.
Quanto le telecamere, puntante giorno e notte su quel nucleo famigliare, contribuirono al suo sgretolamento, è un quesito di difficile risposta. Certo è che dopo quel primo esperimento di reality tv, dopo le polemiche che ne seguirono, il genere cadde del dimenticatoio, per poi tornare in auge solo verso la fine degli anni Novanta con i primi Big Brothers. Diane Lane ha una sua teoria: “E' il principio si Heisemberg, che dice che l'osservazione altera il comportamento degli osservati. Non so fino a che punto le cose sarebbero state diverse in casa Loud se non ci fossero state le telecamere. Le strade non prese non sono più percorribili, quindi è inutile ipotizzare cosa sarebbe accaduto senza quell'esperimento in video. Cosa è certo è che allora le cose erano diverse da ora. Ora siamo abituati ad essere osservati, la nostra vita è più pubblica, c'è twitter, c'è facebook, tendiamo a mettere volontariamente in piazza la nostra vita. Allora non era così e quelle telecamere indubbiamente crearono un trauma nella famiglia Loud.
Lei le farebbe entrare le telecamere in casa sua? In fondo tante celebrity lo fanno.
No, non è nelle mie corde.
Si ricorda quando uscì lo show negli anni Settanta?
Avevo otto anni, ricordo che tutti ne parlavano. Ricordo che sentivo parlare di questo divorzio in questa famiglia... ma non riuscivo a capire chi riguardasse, non avevo capito che era un documentario a puntate in tv. Perché così era stato chiamato, il termine reality show non era stato ancora inventato.
Lei ha conosciuto la vera famiglia Loud?
Solo alla premiere di Cinema Veritè.
Non ha voluto incontrare prima Pat Loud?
No, avevo qualche timore. La loro vita era già stata scandagliata abbastanza in passato. Il fatto che abbiamo presenziato alla prima però mi ha fatto pensare che abbiamo fatto un buon lavoro e che in qualche modo abbiamo riscattato la loro immagine. Pat Loud era stata attaccata per aver sottoposto la sua famiglia a quel trauma, non meritava tutte quelle critiche.
Era davvero la classica moglie e madre americana?
Era una grande donna, molto moderna. E sì, rispecchiava quei tempi di grandi cambiamenti per la condizione della donna nella civiltà occidentale. Era laureata a Standford ma si era dedicata alla famiglia, non era una femminista, ma era una donna volitiva e indipendente.
Ma lei, i reality show di oggi, li guarda?
Sono dotata di una beatissima ignoranza nei confronti del genere, per cui mi comporto come un bambino in un negozio caramelle: le prime sono deliziose, le altre danno nausea, dopo cinque minuti mi stufo, mi nauseo, e giro.
Era il 1973 quanto ad un produttore televisivo americano venne un'idea: perchè non riprendere gli interni di una famiglia modello americana e mostrare la loro vita in tv? La famiglia scelta fu quella dei Loud, padre, madre e cinque figli. Per sette mesi la loro vita venne registrata su nastro. Il risultato furono 12 puntate e un divorzio. La famiglia perfetta americana si era disintegrata sotto l'occhio della telecamera e, di conseguenza, di milioni di spettatori. Lo show, in un'epoca in cui la vita privata aveva certo un'altra valenza, causò moltissimo dibattito e un mare di polemiche. Ora Cinema Veritè riporta quell'esperienza sul piccolo schermo.
In onda il 6 dicembre su Sky Cinema 1HD, Cinema Veritè è un mokumentary, ovvero è fiction ma è girato come se si trattasse del dietro le quinte delle riprese del programma originale, ed è interpretato da Diane Lane (Sotto il sole della Toscana) e Tim Robbins (Le ali della libertà), nei panni di Pat e Bill Loud, e da James Gandolfini (I Sopranos) in quelli del produttore Graig Gilbert che convinse la famiglia a fare parte dell'esperimento.
Quanto le telecamere, puntante giorno e notte su quel nucleo famigliare, contribuirono al suo sgretolamento, è un quesito di difficile risposta. Certo è che dopo quel primo esperimento di reality tv, dopo le polemiche che ne seguirono, il genere cadde del dimenticatoio, per poi tornare in auge solo verso la fine degli anni Novanta con i primi Big Brothers. Diane Lane ha una sua teoria: “E' il principio si Heisemberg, che dice che l'osservazione altera il comportamento degli osservati. Non so fino a che punto le cose sarebbero state diverse in casa Loud se non ci fossero state le telecamere. Le strade non prese non sono più percorribili, quindi è inutile ipotizzare cosa sarebbe accaduto senza quell'esperimento in video. Cosa è certo è che allora le cose erano diverse da ora. Ora siamo abituati ad essere osservati, la nostra vita è più pubblica, c'è twitter, c'è facebook, tendiamo a mettere volontariamente in piazza la nostra vita. Allora non era così e quelle telecamere indubbiamente crearono un trauma nella famiglia Loud.
Lei le farebbe entrare le telecamere in casa sua? In fondo tante celebrity lo fanno.
No, non è nelle mie corde.
Si ricorda quando uscì lo show negli anni Settanta?
Avevo otto anni, ricordo che tutti ne parlavano. Ricordo che sentivo parlare di questo divorzio in questa famiglia... ma non riuscivo a capire chi riguardasse, non avevo capito che era un documentario a puntate in tv. Perché così era stato chiamato, il termine reality show non era stato ancora inventato.
Lei ha conosciuto la vera famiglia Loud?
Solo alla premiere di Cinema Veritè.
Non ha voluto incontrare prima Pat Loud?
No, avevo qualche timore. La loro vita era già stata scandagliata abbastanza in passato. Il fatto che abbiamo presenziato alla prima però mi ha fatto pensare che abbiamo fatto un buon lavoro e che in qualche modo abbiamo riscattato la loro immagine. Pat Loud era stata attaccata per aver sottoposto la sua famiglia a quel trauma, non meritava tutte quelle critiche.
Era davvero la classica moglie e madre americana?
Era una grande donna, molto moderna. E sì, rispecchiava quei tempi di grandi cambiamenti per la condizione della donna nella civiltà occidentale. Era laureata a Standford ma si era dedicata alla famiglia, non era una femminista, ma era una donna volitiva e indipendente.
Ma lei, i reality show di oggi, li guarda?
Sono dotata di una beatissima ignoranza nei confronti del genere, per cui mi comporto come un bambino in un negozio caramelle: le prime sono deliziose, le altre danno nausea, dopo cinque minuti mi stufo, mi nauseo, e giro.
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