Interviste
 
Il musicista e attore nel cast di Hunger Games - Catching Fire
"Figlio mio, lascia stare 'sta cosa della musica, studia e trovati un lavoro vero, trovati un lavoro serio. Amore di mamma, devi avere un piano B, non puoi vivere senza un piano B e 'sta cosa della musica e dell'arte, non sei mica sicuro di poterci campare, dammi retta figliolo, cerca un lavoro serio, fisso, magari alle poste".

Per fortuna che il giovane talentuoso ma squattrinato Lenny non diede retta alla sua saggia e apprensiva madre, altrimenti oggi al posto di un mito  della musica, ora impegnato anche al cinema, ci sarebbe un postino o forse il proprietario di una pescheria. La pescheria di Lenny Kravitz.

Il musicista è uno dei protagonisti della fenomenale saga di Hunger Games, giunta al secondo film, Catching Fire, sui quattro programmati e dove il personaggio di Lenny, il coreografo dell'eroina dello show televisivo che ispirerà i poveri a fare la rivoluzione contro i ricchi, ha un ruolo importante, in crescendo rispetto al primo.

Dunque ora la carriera da attore è diventata una cosa seria? E la musica?

Era seria anche prima, quando ho firmato per questo film, solo non sapevo che sarebbe diventato questo fenomeno. Chi poteva pensarlo? E ora sono di nuovo qui e la musica è sempre con me.

Ma potrebbe farne a meno?

No, la musica è come l'aria per me. Posso fare film e voglio continuare a farne, ma posso vivere senza. Non posso vivere senza musica, solo immaginarlo mi provoca un orrore infinito. Morirei.

Molti la invidiano perché spesso racconta di come le sue canzoni le vengono in mente con semplicità, mentre guida, cammina o fa cose normalissime, è così anche per la recitazione?

Abbastanza. Ho solo fatto quattro film, ma tutti con registi molto bravi e ottime sceneggiature. Mi sento a mio agio e penso di avere una predisposizione naturale, ma ho comunque molto da imparare. E' però molto simile alla musica, è lo stesso processo: è una questione di ritmo, di emozione, di interpretazione. Io suono diversi strumenti e sono un personaggio diverso per ogni strumento. In qualche modo capisco qualcosa ... non so come, ma mi viene naturale.

Se potesse usare solo uno strumento per il resto della sua vita?

La batteria. Sembra strano, ma sceglierei la batteria. C'e' qualcosa di atavico nel suonare il tamburo, qualcosa di molto fisico e antico.

Lei sembra molto piu' giovane dei 49 anni che l'anagrafe le assegna.

Quindi per uno della mia età non sto tanto male? Grazie... E scherzi a parte, un po' credo sia merito dei geni e poi cerco di fare attività, di stare all'aperto e mangiare organico, anche se la parte più importante è l'attitudine che uno ha. Ho visto gente uccidersi giorno dopo giorno buttandosi giù, autocommiserandosi, deprimendosi. Sono molto importanti anche le parole. Hanno valore. Sento gente dire "Oh, come sono stanco, come sono malato, come sono vecchio", e diventano stanchi, malati, vecchi. Bisogna cercare di essere ottimisti e felici, per quanto possibile.Beh, con la sua vita magari è più facile, ma per tanti non lo è.

Vero ma non è tanto la vita che conduco quanto che ho avuto la fortuna di essere stato cresciuto da gente che aveva una visione positiva dell’esistenza. Soprattutto mio nonno, che nonostante tutte le difficoltà  che la vita gli ha messo davanti non ha mai smesso di essere ottimista.

Lei vive un po' alle Bahamas, un po' a Parigi, un po' a New York, luoghi molto diversi.

Mi piacciono i grandi contrasti e le cose estreme. Sono sempre stato cosi'. Le cose di mezzo con me non funzionano. O sto nel ghetto o sto al Palace, non c'è niente di sbagliato nello stare in mezzo, solo che a me non piace, non mi ci trovo e non fa per me. Vivo su una bellissima spiaggia, con pochi vestiti, in una baracca spoglia, senza chiavi, vivendo dei frutti dell'orto e del mare, poi vado a Parigi, fantasia di arte, cultura, hotel meravigliosi. Amo entrambe le cose, una non è meglio dell'altra ed entrambe mi forniscono le emozioni, anche estetiche, che mi danno soddisfazione.

Lei lo aveva un piano B?

Un piano B?

Si', una soluzione alternativa.

Si', avevo capito, solo che mi stava risuonando in testa la voce di mia madre che mi ripeteva sempre di questo piano B, era una cosa che la preoccupava molto.

Devi avere un piano B, mi continuava a ripetere, devi andare a scuola, studiare e se la musica non funziona devi avere la possibilità di trovare un lavoro. Si preoccupava per me e voleva sapermi sistemato. Grazie a Dio la musica ha funzionato e l'ha potuto vederlo anche lei. E' sempre stato un suo cruccio.

Lei sapeva che ce l'avrebbe fatta? Si sentiva speciale?

Sapevo di avere dentro qualcosa. Sapevo che avrei suonato e che se non fossi arrivato al livello che mi ero prefisso, questo dove sono arrivato, avrei comunque suonato, nella metropolitana, nei bar, per strada, nei ristoranti, in ogni caso. Avrei suonato in ogni caso.

E se non avesse funzionato, se non avesse avuto dentro niente di musicale?

Avrei fatto altro, ho fatto tanti lavori manuali. Ho lavato i piatti in un ristorante, e senza lavastoviglie, ho venduto scarpe, ho lavorato mesi e mesi in un mercato del pesce a tagliare, pesare, vendere per mantenermi.

E non trova che sia stato uno dei periodi più belli della sua vita?

Non ho potuto avere una donna per un anno perché puzzavo di pesce e nemmeno mi si avvicinavano, ma certo, capisco la domanda e sì, è stato un periodo bellissimo perchè mi ha portato qui, e ora ho nelle orecchie mia madre che mi diceva di andare all'ufficio postale a cercare un lavoro, ma è stato davvero un viaggio bellissimo.
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