Interviste
 
Parla David Goyer, sceneggiatore di Da Vinci's Demons
FIRENZE - Se fosse nato oggi, Leonardo Da Vinci sarebbe forse stato uno Steve Jobs, o – addirittura – Julian Assange, controverso artefice di Wikileaks.

Parola di David Goyer, sceneggiatore, regista e produttore di «Da Vinci’s Demons», la serie cable prodotta dalla Fox International Channels insieme a Starz e BBC Worldwide sulla giovinezza del più grande genio di tutti i tempi. Il mio Leonardo da Vinci è un uomo che rompe con gli schemi tradizionali, un visionario, un genio universale – ha detto infatti durante la presentazione della serie a Firenze, in anteprima mondiale, lo sceneggiatore già autore di Batman Begins e Il Cavaliere Oscuro, oltre all’imminente Men of Steel, dedicato a Superman - È una figura mitica. È persona affascinante, un uomo tormentato per diversi motivi: perché la maggioranza della società non avrebbe mai preso sul serio le sue invenzioni, troppo visionarie, e perché aveva in testa più idee di quante sarebbe mai stato in grado di realizzarne”.

Ci sono voluti 7 mesi di riprese per realizzare queste prime otto puntate da un’ora ciascuna, in onda in 120 Paesi dal 12 Aprile; in Italia dal 22/04 su Fox Italia, canale 111 di Sky, ogni lunedì alle 21.50. Leonardo è protagonista indiscusso in mezzo agli intrighi della corte dei Medici; le mire papali sulla Repubblica fiorentina; gli equilibri di potere con una Milano sforzesca in preda al caos; spie fascinosissime e oscure confraternite segrete, custodi di culti sotterranei.

Abbiamo intitolato la serie “Da Vinci’s Demons” e non “Leonardo’s Demons” perché negli Stati Uniti il nome Leonardo è associato immediatamente a Di Caprio, spiega Goyer sorridendo. E sa bene di essersi preso un compito e una responsabilità non facili.

Ricostruire gli anni della giovinezza di Leonardo da Vinci, uno dei più grandi geni di tutti i tempi per la potenza visionaria del suo ingegno, capace di intuire anzitempo invenzioni destiate a rivoluzionare la storia dell’umanità, non era infatti impresa scontata. «Il nostro Leonardo – commenta Jane Tranter, produttrice esecutiva di Da Vinci’s Demons – si discosta completamente da qualsiasi immagine già vista del grande artista rinascimentale: abbiamo creato un personaggio molto moderno».

L’operazione di Goyer è partita prendendo spunto dalle migliaia di pagine scritte di suo pugno da Leonardo stesso – 13mila pagine, di cui più della metà (proprio quelle dedicate alla giovinezza) distrutte; lo ha fatto partendo da una realtà storica attentamente documentata su cui si innesta una storia liberamente ispirata e ricostruita, in cui l’elemento supereroico – e qui si riafferma la storia registica di Goyer, e la sua passione per i fumetti  – emerge in un giovane Leonardo dal “multiforme ingegno”, intuitivo, acuto, visionario.Da Vinci’s Demons non è un documentario e nemmeno un serial tv di stampo storico. Di storico qui c’è solo il contesto – e per di più numerosissime sono le licenze poetiche, nei costumi e negli stili e acconciature dei personaggi. L’operazione messa in piedi da questa co produzione internazionale va oltre la mera dovizia, e questo è il particolare che più ha spiazzato il pubblico italiano alla premiere mondiale di Firenze. «Non pensavo che ci fosse tutto questo attaccamento ad una figura di cui si sa così poco e che è conosciuta quasi esclusivamente per le sue immagini di vecchietto con la lunga barba -, ha commentato in conferenza stampa lo stesso Goyer – venendo in Italia invece ci siamo accorti che questo pubblico era molto esigente e che certe scelte che abbiamo fatto sul set avevano bisogno di essere spiegate». Le riprese, andate avanti ininterrottamente da maggio a novembre, sono state girate a Swansea, nel Galles, dove è stata ricostruita la Firenze rinascimentale. Il set, compresi il laboratorio di Leonardo e del Verrocchio, le terme papali e gli archivi segreti, sono stati costruiti in uno studio di 19mila metri quadrati.  Inoltre, in Galles gli ampi spazi hanno reso possibile ricreare con facilità la Firenze dell’epoca; senza contare che è stato possibile utilizzare per le riprese anche i 600 castelli della zona messi a disposizione dal governo britannico.
«In Italia – spiega ancora Goyer – abbiamo incontrato molte più difficoltà. E di fondo non abbiamo trovato uno spazio abbastanza grande». Prima dell’inizio della produzione Goyer, insieme agli altri membri della produzione, ha filmato tra Firenze Roma e Milano decine di migliaia di immagini che sono poi state incluse nella serie. Mescolate in modo originale nella serie si trovano moderne tecniche di regia, dall’utilizzo del green screen, tecniche digitali e riprese tradizionali. «Mio figlio – aggiunge il regista – ha di Leonardo l’idea di un uomo con la lunga barba. Da quando ho cominciato a lavorare a questa serie la figura di questo giovane brillante e simile a un Indiana Jones lo ha catturato. Ecco, se le giovani generazioni scopriranno il vero Leonardo grazie alla mia serie, questo sarà per me e per noi tutti un grande risultato».

Lucia Pecorario
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