Interviste
 
L'attrice su Margareth Thatcher, il ruolo che le valse l'Oscar


Sono una Lady di ferro? No, sono una lady col ferro… da stiro. Ma in comune con Margaret Thatcher ho la passione per il mio lavoro e, come lei, non voglio che si distrugga ciò che con il mio lavoro ho costruito”.

Sebbene non abbia mai incontrato la Lady di ferro, scomparsa all’età di 87 anni, Meryl Streep ne ha dato un ritratto convincente ed esemplare nel film The Iron Lady, per il quale ha vinto il suo terzo Oscar come miglior attrice protagonista.
Due figure che, a una prima occhiata, non potevano essere più distanti: ma nelle interviste rese allora, durante la lavorazione, ecco quanto dichiarava Meryl Streep della prima – e finora unicadonna Primo Ministro di Gran Bretagna.

Cosa ha provato all’idea di interpretare Margaret Thatcher?

Sapevamo di andare incontro alle critiche, per il fatto di rappresentare una persona che allora si trovava in uno stato di salute fragile, delicato. Qualcuno disse che era vergognoso rappresentarla in questa parte della sua vita, quando era già affetta da demenza senile.
Ma io non sono d’accordo. Quello che fanno i nostri leader ci interessa da vicino, e raccontando la storia dei grandi in parte narriamo anche la nostra
“.

Era preoccupata dalla reazione degli inglesi al fatto che lei, americana, avrebbe interpretato un’icona britannica come Margaret Thatcher?

Ero molto nervosa all’idea di interpretare la parte di un’inglese in primis, figurarsi poi Margaret Thatcher! Ma Phyllida Law, la regista, mi ha convinta dicendomi: “Tu sei perfetta per la parte, proprio perché sei un’outsider in Gran Bretagna così come Margaret Thatcher era un’outsider nel suo stesso partito politico!

Era in un mondo cui non apparteneva e in cui non era desiderata.” E aveva ragione: non faceva parte del mondo politico, allora prettamente maschile, e ha conquistato il potere da sola, con le sue sole forze”.Interpretare Margaret Thatcher ha cambiato l’idea che aveva dell’ex premier britannico?

Ricordo quando venne eletta. Le mie amiche e io non eravamo entusiaste delle sue idee politiche, a dir la verità facevamo tutte il tifo per… l’altra squadra! Ma eravamo entusiaste del fatto che una donna, per di più del Partito Conservatore, fosse diventata Primo Ministro.

Sembrava incredibile: a quell’epoca, la metà degli anni ’70, non c’erano tante donne in politica. A nessun livello. Perciò eravamo contentissime, anche se non la pensavamo come lei.

Pensammo: se può accadere nella vecchia, omofobica Inghilterra dominata dai pregiudizi di casta, allora può accadere anche in America! Anche se noi stiamo ancora aspettando la nostra prima presidente donna”.

C’è qualcosa che l’ha colpita positivamente della Iron Lady che ha così ben interpretato?

Che si apprezzassero le sue idee politiche o meno, non posso fare a meno di notare di quanto si senta la mancanza, oggi, sul palcoscenico della politica, della sua forza e della sua decisione. Politica a parte, tante cose di lei mi hanno sorpresa: per esempio, non aveva una cuoca. Se io fossi stata il Primo Ministro inglese, io una cuoca l’avrei voluta (ride).

Ma a lei piaceva cucinare la cena per suo marito. Anche se prendeva le cose da Marks & Spencer (nota gastronomia londinese n.d.r.), le preparava con lui e le mangiava con lui. Anzi, a volte dimenticava perfino di mangiare. Cosa che io non ho mai fatto. E poi, era infaticabile, lo sapevano tutti. Dormiva quattro o cinque ore per notte, non aveva bisogno di più riposo, e sembrava che non si ammalasse mai. O, per lo meno, non lo dava a vedere. E non essendo mai malata, non aveva tolleranza per chi invece lo era.

E poi, aveva dovuto superare così tanti ostacoli nella sua vita: avere umili origini ed essere una donna erano solo due di questi. Eppure è diventata il capo del suo partito, poi del suo Paese, infine una figura fondamentale nel panorama mondiale. Anche se non si è d’accordo con le sue idee politiche, la sua determinazione, la sua forza, il suo coraggio non possono che meritare la nostra ammirazione”.

Cosa pensa dei sacrifici che Margaret Thatcher ha fatto, soprattutto riguardo al fatto di aver privilegiato la carriera alla vita familiare?

Chiunque in politica, anzi, chiunque lavori, porti avanti una carriera e abbia delle ambizioni fa gli stessi sacrifici. Io, come attrice, sono privilegiata: lavoro quattro mesi, poi mi posso fermare, e comunque un’attrice può portare i figli con sé, sul set, non è come essere avvocato o architetto.

La mia migliore amica è architetto, fa degli orari da pazzi, lavora tutti i fine settimana e in tutto questo cerca di allevare due figli… comunque, in ogni caso, parliamo sempre delle donne. Perché invece non parliamo delle colpe dei padri?

Margaret Thatcher era una delle donne più potenti al mondo, ma nel film era sola e forse addirittura isolata. Anche lei si sente sola, a volte?

Ho così tante amiche, tutte attrici, che non mi sento mai sola!
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