Interviste
 
L'attore nel cast all star di Last Vegas, storia d'amicizia e perdono
Una notte da Leoni per la terza età. Così potrebbe essere definito Last Vegas, il film appena arrivato nelle sale americane (in Italia uscirà a fine novembre) che vede un cast di vecchie glorie del cinema raccontare una storia di amicizia e perdono. Il film, diretto da  Jon Turtletaub (Il mistero dei templari), è interpretato da un vero e proprio “dream team” della commedia, che include ben quattro premi Oscar: Michael Douglas, Robert De Niro, Morgan Freeman e Kevin Kline.

Il quartetto veste i panni di vecchi amici che decidono di organizzare un addio al celibato a Las Vegas per l’unico di loro che è rimasto single, ovvero Michael Douglas,  che dopo il tumore alla lingua che l’aveva colpito due anni fa e la crisi matrimoniale con Catherine Zeta-Jones,  pare aver ritrovato un nuovo entusiasmo per la carriera.

Si dice che quello che succede a Las Vegas, rimanga a Las Vegas. Quindi probabilmente non ce lo racconta un episodio che la lega a questa città, vero?

Io a Las Vegas sono sempre venuto per lavorare e proprio al lavoro è legato uno dei ricordi più intensi che mi legano alla città, ovvero quella volta che ho visto giocare un milione di dollari come fossero spiccioli.

Prego, ci racconti.

Ero venuto in città per cercare finanziamenti per un film. Avevo un incontro con un funambolico signore di nome Kerry Packer, il quale, mentre io gli raccontavo del mio  progetto si sedette ad un tavolo di Black jack. Il croupier gli chiese se voleva giocare, questo rispose sì e fu fornito di fiches. Non fiches normali però. Il valore era 25 mila dollari l’una. Praticamente si giocò un milione nel giro di quaranta minuti.

Vinse o perse?

Vinse,  3 milioni e mezzo di dollari. Ma non è quella la parte interessante.

E qual è allora?

Una cameriera venne e gli portò una Diet Coke. Mr. Packer chiese il suo nome e se aveva una casa in città. Questa disse di sì.  Lui allora chiese se aveva un mutuo sulla casa e a quanto ammontava. Lei rispose 45 mila dollari. E Mr Packer le diede la mancia: 45 mila dollari per una Diet Coke.

Finanziò il suo film?

No. Ma estinse il mutuo della cameriera, tanto basta per rendermelo simpatico.

Last Vegas è film che racconta una storia di perdono e è facile trovare un parallelismo fra il racconto cinematografico e l’esperienza personale di Douglas,  la cui crisi matrimoniale,  racconta la cronaca rosa, pare essere dovuta a una serie di tradimenti e bugie raccontate dall’attore alla bella moglie.

Per un uomo è più facile perdonare che per una donna. Il film sembra arrivare a questa conclusione.

Gli uomini sono più testardi, ma le donne sanno essere piuttosto vendicative, sì.

Comunque non mi piace generalizzare. Quindi chiedo preventivamente “perdono” a tutte le donne.

E poi naturalmente questo è un film che parla di amicizia, di amicizie che durano negli anni. L’amicizia diventa più importante con l’avvicinarsi della terza età?

Forse semplicemente hai più tempo per gli amici. Quando sei giovane c’è ,  la carriera, c’è la famiglia, ci sono i figli. Ci sono altre priorità, poi man mano che gli anni passano queste priorità cambiano, la carriera è avviata, i figli sono cresciuti e allora rivaluti tutto e hai tempo di nutrire meglio quelle amicizie che prima avevi trascurato. Ma la cosa bella della vera amicizia è che resiste, a tutto, ed è sempre lì, per quando hai tempo di coltivarla.

Lei sembra aver trovato nuova linfa in questi ultimi anni, per quanto riguarda la carriera.

E’ uno dei pochi lati positivi dell’invecchiare. Ottenere ruoli più interessanti. Magari più piccoli, magari meno remunerativi, ma interessanti. Per il resto posso certamente affermare che non c’è assolutamente nessun lato positivo nell’invecchiare.

Peccato. Il film sembra proprio voler dire questo: che è bello entrare negli anni d’argento.

Mettiamola così: è senz’altro meglio invecchiare che essere morti, che è l’unica altra alternativa che abbiamo.
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