Interviste
 
Nicole Kidman torna al genere horror con Stoker del coreano Park
Dopo il successo, dodici anni fa, di The Others, Nicole Kidman torna al genere horror con Stoker, thriller che la vede protagonista insieme a Mia Wasikowska, giovane attrice, australiana come lei (Albert Nobb e Alice in Wonderland).
Stoker è uno dei successi dell’ultima edizione del Sundance Film Festival, il festival fondato da Robert Redfort che passa in rassegna il meglio del cinema indipendente americano e mondiale.
In uscita negli Stati Uniti a marzo, il film arriverà in Italia il 9 maggio e racconterà la storia di una ragazza che si trova a fronteggiare situazioni misteriose e difficili: quando il padre di India Stoker (interpretata dalla Wasikowska) muore, uno zio, fino ad allora sconosciuto (Matthew Goode) appare nella vita della giovane donna e della sua instabile madre, Evie, interpretata appunto dalla Kidman.
India inizia a sospettare di quest’uomo misterioso e affascinante, che sembra avere motivi non chiari per il suo avvicinamento alla famiglia. Nel contempo si innamora di lui, ma i suoi problemi non finiscono qui. India deve anche avere a che fare con una madre anaffettiva e problematica, la cui personalità ha una precisa origine: “Non penso che Evie sia cattiva, – dice la Kidman – io credo che, piuttosto, sia incompresa. Anzi no. Credo che un giorno abbia semplicemente smesso di amare, ci ha provato ma il suo amore non era richiesto.
Ne abbiamo discusso tanto con il regista
(il coreano Chan-wook Park) e lui mi ha spiegato che, nella sua visione, quella di Evie è la reazione di una madre che si prende cura di un bebè che non vuole essere aiutato e amato. Naturalmente è una maniera devastante per creare una relazione madre-figlia. Qualsiasi madre sarebbe inorridita dall’idea di prendersi cura di un figlio che non vuole le sue attenzioni. Un vero incubo aggravato dal fatto che India ha una relazione molto più forte con il padre. Frenata nell’amore. Ecco cos’è Evie. Non è cattiva, è solo che una situazione del genere ti crea una personalità problematica. Come potrebbe essere altrimenti?”.

Nicole Kidman non è una sprovveduta quando parla di rapporti madre-figlia. L’attrice infatti ha tre figlie femmine e un maschio: Isabella Kidman-Cruise e Connor Kidman-Cruise, adottati con l’ex marito Tom Cruise e Sunday Rose Kidman-Urban e Faith Margaret Kidman-Urban, di quattro e due anni, avute con l’attuale marito, il cantante country Keith Urban.

Senza arrivare agli eccessi raccontati in Stoker, Nicole Kidman ha avuto lei stessa modo di confrontarsi con un rapporto non sempre felice con i primi due figli. “Quando divorziammo io e Tom i ragazzi decisero di vivere con il padre.
Avrei voluto che stessero con me, ma erano grandi abbastanza per prendere una loro decisione, e io cosa potevo fare?”,
dice l’attrice con rammarico.

Diverso il rapporto con le sue bambine più piccole. “Abbiamo chiamato Sunday (Domenica) la nostra primogenita perché quando sei solo sono proprio le domeniche i giorni più difficili. Quando ci siamo incontrati, io e Keith abbiamo iniziato ad amare le domeniche e poi è arrivata lei, il nostro più bel giorno di festa, e ho pensato che sarebbe stato un bellissimo nome per una bambina”.

Poi è arrivata Faith, Fede. Nicole Kidman e Keith Urban infatti hanno forti sentimenti religiosi e ora che l’attrice non è più costretta ad avere a che fare con Scientology, la religione che gli aveva imposto il primo marito Tom Cruise, è tornata alla tradizione cattolica di famiglia.
Ora che siamo in quattro le nostre domeniche sono davvero gioiose e piene di vita. Le mie figlie hanno età differenti, quindi abbiamo sempre tante cose, molto diverse, da fare per divertirci insieme”.
L'attrice parla anche del tempo che passa e della sua recente esperienza con il Botox: "L'ho provato, per cancellare qualche piccola ruga, ma non sono stata affatto felice della mia faccia priva d'espressione. E'una esperienza che non ripeterò".
©RIPRODUZIONE RISERVATA