Scamarcio: “In Italia c’è una censura fascista”
L'attore polemizza: "Che fastidio questo rumore di sottofondo e questa forte censura".
ROMA - Pericle il Nero regala al pubblico un Riccardo Scamarcio in grande spolvero e molto critico con il ‘sistema cinema’ italiano.
“Il Nero non si riferisce al colore dell’anima, ma ci riporta alla mitologia greca, a un contesto più filosofico, nero sta per noir. Pericle ha un’anima bianca e un costume nero”, le parole dell'attore ai nostri microfoni.
Parlando del film, Scamarcio rivela che questo è stato uno dei personaggi più complicati da interpretare, seppur molto soddisfacente dal punto di vista professionale, ma sono le accuse, dirette e senza mezzi termini, lanciate a tutto ciò che ruota attorno al mondo artistico a fare rumore.
“Di questo tipo di cinema non gliene frega più niente a nessuno. Intendo come luogo sperimentale, dove poter mettere in scena anche cose scandalose, scandagliare dei paradossi dell’animo umano. Eravamo i precursori del cinema, un cinema che oggi non esiste più e non interessa”.
Il filo conduttore della carriera di Scamarcio? Anche in questo caso, l’attore si dimostra sprezzante: “L’incoscienza e il fastidio, epidermico, nei confronti di questo rumore di sottofondo fascista che non permette di esprimersi liberamente. C’è una censura che è sempre più forte. I poliziotti delle nostre prigioni siamo noi stessi”.
ASCOLTA L'IMPERDIBILE INTERVISTA INTEGRALE ALL'ATTORE
Loading the player...
Video di Paolo Travisi