Interviste
 
L'ex Draco di Harry Potter al Giffoni per racconare il suo prossimo progetto
Ha iniziato la sua carriera prestissimo, ma la vera svolta per il bambino prodigio Tom Felton, è arrivata diciassette anni fa, quando ha avuto il ruolo dell’antagonista di Harry Potter nella saga più famosa del mondo. Tuttavia, il ventottenne britannico, si rivela completamente diverso dal diabolico Draco Malfoy che ancora lo segue come un’ombra. La cittadella del Giffoni Film Festival è stata invasa da migliaia di ragazzi accorsi da tutta Europa, molti dei quali hanno passato la notte sotto le stelle per aggiudicarsi un posto in prima fila davanti alle transenne sperando di ricevere un autografo o di scattare un ‘selfie’ col giovane attore. La giornata è iniziata con un Meet & Greet durante il quale, Tom ha incontrato alcuni fortunati fan che sono riusciti a guadagnarsi uno degli ottocento posti messi a disposizione dallo staff del festival. Fortunati è proprio il termine giusto visto che all’apertura delle iscrizioni online, i posti si sono esauriti in pochissimi secondi intasando addirittura il server del sito. Felton non ha deluso gli scatenati ammiratori ed, infatti, è rimasto a lungo sul Blue Carpet a firmare autografi e a scattare fotografie. La sua sensibilità ha incantato anche i giurati ed i giornalisti.

Esordisce con un italianissimo “ciao ciao”.

Con otto episodi della saga di Harry Potter ed una lunghissima carriera alle spalle, nel 2016 uscirà il tuo ultimo lavoro che è una cosa completamente diversa da ciò che fino ad ora hai fatto, di cosa si tratta esattamente?

“Risen è la storia della resurrezione di Cristo vista attraverso gli occhi di un legionario romano ed è interessante vedere una storia diversa rispetto alle leggende solitamente narrate. È una sorta di thriller”.

E' la storia del Nuovo Testamento ma vista da un diverso punto di vista. Pensi che il copione resti comunque fedele al Nuovo Testamento?



“Non vorrei entrare troppo nel dettaglio, anche perché, devo confessare, non sono particolarmente informato sul tema religioso. So che il regista, Kevin Reynolds, ci ha tenuto a rimanere il più fedele possibile al testo. Il risultato è assolutamente autentico, non c’è nessuna fantasia cinematografica, era importante per Kevin e per tutti noi. Io ho iniziato questo progetto da agnostico convinto, pur venendo da una famiglia piuttosto credente, non ho mai sviluppato un attaccamento forte alla religione, mi sono concentrato di più sulla scienza e sull’arte, ma devo dire che mi sono ricreduto su parecchie cose”.

Sei un grande appassionato di musica. Suoni, componi ed hai già mosso i primi passi in questo settore, possiamo aspettarci un CD a breve?

“Oh, io suono continuamente, porto la chitarra ovunque. Ma è una cosa che faccio con i miei amici per divertirmi, più che altro. Se succede, succede, ma il mio amore per la musica resta costante”.

Molti tuoi colleghi la usano come sfogo. Anche tu la utilizzi per liberarti dall’angoscia e dallo stress del set?

“È una domanda interessante. Sicuramente mi rilassa molto suonare la chitarra, è una meditazione. Ora che mi ci fai pensare, una canzone può essere associata ad un copione. Sai, i Beatles hanno scritto ventuno delle loro canzoni utilizzando gli stessi tre accordi ed un musicista più suonare quei tre accordi in tantissimi modi diversi. Un attore può fare esattamente la stessa cosa. Una battuta, per quanto semplice, può essere recitata in tantissimi modi diversi. Questa è, sicuramente, una similitudine tra la musica e la recitazione”.

Tornando ad Harry Potter, di recente, J.K. Rowling ha dichiarato di essersi pentita del finale che ha scritto, forse Hermione doveva sposare Harry e non Ron. Tu sei soddisfatto del finale che è stato creato per il tuo personaggio o hai anche tu qualche rammarico?

“Forse avrei dovuto uccidere io Voldemort – ride - No, scherzo, sono molto contento della fine che ha avuto il mio personaggio. Lei ha scritto un finale perfetto, secondo me, è talmente radicato nella mia persona che non vedo assolutamente un’altra possibile fine. È impossibile cambiarlo, sarebbe come chiedere a qualcun altro di cambiare l’arredamento di casa tua. È semplicemente perfetto così com’è”.

Hai meno di trent’anni e quasi venti di carriera, quale consiglio ti senti di dare ai giovani come te che desiderano intraprendere questa professione?

Molti ragazzini mi chiedono ‘come sei diventato famoso?’ ed è la domanda che odio di più, perché a tanti non interessa neanche l’aspetto recitativo, vogliono solo essere famosi. Onestamente, l’unica cosa che mi sento di dire è di fare qualcosa solo ed esclusivamente per amore. Tanti ragazzini vogliono fare i calciatori perché adorano il calcio. Io amavo imitare Jim Carrey e lo facevo davanti allo specchio. Lo so, sembro naive - si interrompe, ma poi riprende - Sono cresciuto nel teatro, mio fratello maggiore recitava ed io andavo ai suoi spettacoli, è sempre stato parte della mia vita. Nel momento in cui prendi una passione e la porti avanti solo per la fama o per i soldi, fallisci prima ancora di iniziare. Io sono stato straordinariamente fortunato ed ho una grande famiglia alle spalle. Ma ciò che davvero mi sento di dire è ‘fai qualcosa solo perché ami farlo, non per gli applausi’. È difficile in quest’epoca, ma se si segue il cuore, non si sbaglia mai”.

Hai passato la tua intera infanzia sotto ai riflettori, come pensi abbia influito tutto questo sulla tua crescita?

“Io mi considero molto fortunato. Rupert, Daniel ed Emma, i veri protagonisti, erano più giovani di me quando abbiamo iniziato ed io, a differenza loro, giravo ogni due settimane, quindi questo mi ha dato la possibilità di mantenere uno stile di vita ‘normale’. Passavo due settimane ad Hogwarts e due a scuola. Molte persone, soprattutto americani, pensano che il fatto di recitare nella saga mi abbia reso molto popolare a scuola, ma in realtà non è stato così. Avere sopracciglia e capelli così biondi, mi rendeva ridicolo agli occhi degli altri e spesso venivo deriso, ma, paradossalmente, questo mi ha aiutato a restare con i piedi per terra. Fino ai diciotto anni, non mi sono neanche reso conto dell’effetto che Harry Potter stava avendo sul mondo. Ricordo che una volta sono andato in Giappone col cast, avevo diciannove anni e c’erano tantissime persone ad aspettarci all’aeroporto. Ero scioccato”.

 

Prima di congedarsi per raggiungere gli urlanti ‘Potteriani’ confessa con una tenerissima e quasi infantile incredulità: “Tutt’ora è sorprendente per me l’affetto e la fedeltà che mi dimostrano i fans”.

 

 

 

 

Federica Volpe

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