Intervista al regista George Miller "Di quel mondo mi affascina la semplicità"
A quel primo film, Interceptor, avevano fatto seguito un secondo episodio girato due anni dopo, Il guerriero della strada e nel 1985, Mad Max, oltre la sfera del tuono.
Ora, a trent’anni esatti da quell’ultimo film uscirà sempre diretto da Miller, il terzo film della saga, Mad Max: Fury Road, con Tom Hardy nei panni che furono di Mel Gibson e Charlize Theron in quelli della combattiva e rasata Furiosa (nel cast anche Rosie Huntington-Whiteley, Nicholas Hoult, Zoë Kravitz e Megan Gale).
E’ una sensazione familiare ed estranea allo stesso tempo, familiare perché lavorare al cinema è come lavorare con un amico immaginario, che hai sempre accanto, estranea perché, tre decenni dopo, il cinema è cambiato e molto. Il modo di fare film come questo è cambiato davvero tanto. Le scene d’azione sono un’altra cosa, più spettacolari, più rischiose. Le cose, in una scena d’azione oggi, possono andare in maniera orrendamente sbagliata se non le pianifichi nella maniera più rigorosa e meticolosa. C’è dietro molto più lavoro.
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