Interviste
 
Intervista al regista George Miller "Di quel mondo mi affascina la semplicità"
George Miller non è un regista prolifico, in più di 40 anni di carriera ha girato 16 film. I titoli però sono importanti: L’olio di Lorenzo, Le streghe di Eastwick, le avventure del maialino Babe, quelle dei pinguini di  Happy Feet (per i quali Miller ha vinto l'Oscar), ma soprattutto Mad Max, la saga post-apocalittica che gli ha assegnato un posto d’onore a Hollywood, 35 anni fa e che vedeva protagonista Mel Gibson nei panni del Max del titolo, un poliziotto assetato di vendetta dopo la morte della moglie e del figlio.

A quel primo film, Interceptor, avevano fatto seguito un secondo episodio girato due anni dopo,  Il guerriero della strada e nel 1985, Mad Max, oltre la sfera del tuono.

Ora, a trent’anni esatti da quell’ultimo film uscirà sempre diretto da Miller, il terzo film della saga, Mad Max: Fury Road, con Tom Hardy nei panni che furono di Mel Gibson e Charlize Theron in quelli della combattiva e rasata Furiosa (nel cast anche Rosie Huntington-Whiteley, Nicholas Hoult, Zoë Kravitz e Megan Gale).
Il regista australiano ha deciso di presentare il suo nuovo film, la cui uscita è prevista a maggio del prossimo anno, al Comic Con di San Diego.

Mr Miller, che effetto fa tornare nel mondo di Mad Max dopo trent’anni?

E’ una sensazione familiare ed estranea allo stesso tempo, familiare perché lavorare al cinema è come lavorare con un amico immaginario,  che hai sempre accanto, estranea perché, tre decenni dopo, il cinema è cambiato e molto. Il modo di fare film come questo è cambiato davvero tanto. Le scene d’azione sono un’altra cosa, più spettacolari, più rischiose. Le cose, in una scena d’azione oggi, possono andare in maniera orrendamente sbagliata se non le pianifichi nella maniera più rigorosa e meticolosa. C’è dietro molto più lavoro.Ma  la tecnologia non dovrebbe rendere le cose più facili?

Lo fa, ma proprio per questo ti spingi un po’ oltre. Le macchine da presa digitali e le nuove tecnologie ti permettono di girare di più senza mettere a repentaglio il budget, di entrare dentro le esplosioni, dentro le più difficili scene d’azione. Questa per me è un'opportunità per realizzare qualcosa di diverso grazie alle nuove tecnologie, alla possibilità di mettere cineprese dove in passato non era possibile. Ho avuto la  capacità di tornare in quel mondo post apocalittico e vederlo da una differente angolazione.

Come definirebbe dunque questo terzo film?

Non è certo un prequel e non un sequel. La migliore definizione che ho è rivisitazione E’ un lungo inseguimento, 110 minuti di inseguimento durante i quali scopri i personaggi e le loro relazioni e la storia che ci sta dietro.

Cosa la seduce del mondo di Mad Max?

Ci ho pensato molto prima di capire cosa fosse, cosa non mi facesse mai smettere di pensarci, e poi ho capito che è perchè quel mondo è molto elementare. E’ ridotto all’osso e proprio per quella ragione puoi raccontare storie che sono allegorie, in un mondo più complesso, com’è quello di oggi, dove ci sono importanti "rumori narrativi", tutto è diverso, le interazioni sono complicate. Quando torni a storie molto semplici puoi davvero arrivare all’assenziale. E’ come tornare al Medio Evo. Anche visualmente il mio film è molto spoglio. Mettere un gruppetto di persone e qualche veicolo in un paesaggio così scarno è eccitante per me”.

Mel Gibson è stato coinvolto in questo nuovo progetto?

No, ma Tom Hardy, che lo sostituisce, è perfetto per questo nuovo film. In fondo cercavo qualcuno che non fosse famoso come Mel. Quando abbiamo girato il primo Mad Max, Mel era solo un interessante attore che usciva dalla scuola del teatro. Allora non avevo realizzato che sarebbe diventato una delle più grandi star di Hollywood. L’avevo scelto solo per quella sua straordinaria qualità.

Quale?

Mel era veramente amabile ma allo stesso tempo era ‘pericoloso’.  Era come con gli animali. Vedi una tigre, così bella e potente, e vorresti solo accarezzarla, ma è una tigre, lo sai e la temi. Mel era un pò così… ora, forse il paragone è un pò esagerato ma c'era una simile qualità in lui. Il carisma di un grande attore è sempre un paradosso. E' qualcuno che può essere insieme molto pericoloso e molto amabile, e nel momento in cui ho visto Tom, il nuovo Max, ho provato le stesse sensazioni, per questo l’ho scelto.

E Charlize Theron, che interpreta Furiosa?

Così come la vedrete in questo film non si è mai vista prima. E’ una donna ed è un guerriero. E’ un personaggio molto forte e nel contempo, è molto femminile. Charlize ha le abilità e la passione, come attrice, di andare in certi luoghi, fisici e psicologici, senza paura.

E’ pazza anche lei, come Max?

Lei, al contrario di Max, ha un fine per quello che fa. Diciamo però che, in generale, se non devi necessariamente essere pazzo per fare un film di Mad Max, un po’, esserlo, ti aiuta.

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