martedì, 12 Febbraio 2013

“Esodati? Noi qui li chiamiamo lavoratori qualificati”

di Luca Giampieri
La multinazionale SAATI assume i cinquantenni
(KIKA) - APPIANO GENTILE - ESCLUSIVO - Alberto Novaresi proprio non vuole sentire pronunciare la parola 'vecchio'. Il presidente della SAATI, azienda di Appiano Gentile leader nel settore dei tessuti tecnici e della chimica, ha un'idea ben precisa di come creare una squadra che con quasi ottocento dipendenti è oggi una realtà di grande rilievo nel panorama italiano e mondiale.

Talmente importante da aggiudicarsi il premio Di Padre In Figlio, riconosciuto annualmente dalla Camera di Commercio di Milano per la continuità d'impresa. "I giovani sono fondamentali in un processo di crescita aziendale - spiega Novarese - costituiscono il naturale ricambio generazionale e hanno la voglia di vincere necessaria per raggiungere traguardi di alto livello, ma devono essere affiancati da figure dotate di competenze ben affinate nel tempo: i cosiddetti veterani". Un gioco di squadra fatto di talenti ancora acerbi e senatori dalle spalle larghe come quello dell'Inter del triplete, società della quale Alberto è un accanito sostenitore.

E' questa ferma convinzione che, in un periodo drammatico per gli esodati italiani, ha portato Novaresi ad assumere per la maggior parte dipendenti generalmente considerati troppo in là con gli anni per il mercato del lavoro. "Oggi gli operai con un'età compresa tra i 40 e i 50 anni sono definiti 'vecchi' dalle grosse multinazionali. Qui da noi invece diventano individui valorizzati".