mercoledì, 9 Dicembre 2015

La Gioconda, la donna più misteriosa della storia

di Redazione
Secondo un recente studio c'è un'altra donna dietro la Monna Lisa.


Sono poche le opere d'arte ad aver conquistato l'attenzione, la curiosità e talvolta la venerazione di milioni di persone al mondo, al pari di pop star in carne e ossa.

La Gioconda è una di queste, come dimostrano le innumerevoli riproduzioni, la calca dei visitatori che al Louvre sgomitano per rubarne una riproduzione fai da te o anche solo per starle il più vicino possibile, e le infinite interpretazioni del mistero che nasconde, a partire della donna ritratta da Leonardo Da Vinci.

Uno degli elementi che rendono così tanto affascinante questo dipinto finito nel 1517, infatti, è la sua inafferrabilità: difficile comprendere davvero l'enigmatico sguardo del personaggio (sorride? È malinconico? Dove si trova? Cosa raffigura il paesaggio dello sfondo?) e ancora senza risposta è la domanda più ovvia, rimasta senza una risposta definitva per secoli, fino a oggi: chi era davvero La Gioconda?



Secondo la teoria più accreditata, quella scritta da Giorgio Vasari nelle sue Vite, considerato il primo libro italiano di storia dell'arte scritto dall'artista nel 1568, nel quadro del genio italiano è raffigurata Lisa Gherardini, moglie di un noto commerciante fiorentino, Francesco del Giocondo, che aveva commissionato l'opera al poliedrico artista. Da qui ne derivano i due nomi dati al quadro: Monna Lisa e La Gioconda.

ALLA RICERCA DELLA TOMBA DI LISA GHERARDINI A FIRENZE



Secondo Pascal Cotte, però, che ha "sbucciato" come fosse una cipolla il famoso quadro facendosi aiutare dalla tecnologia  Layer Amplification Method (LAM), dietro l'immagine della Gioconda si nasconte un altro ritratto di donna, realizzato in precedenza da Da Vinci stesso ed è per questo motivo che il nome dell'opera andrebbe cambiato.

La teoria è raccontata in un documentario della BBC ma la comunità scientifica appare piuttosto contrariata: in molti, infatti, hanno sminuito o negato l'ipotesi avanzata da Cotte e il Louvre stesso, secondo quanto riportato dai principali organi di stampa, ha concesso allo studioso la possibilità di studiare il dipinto undici anni fa, ma poi ha tenuto a precisare che lo studioso "non fa parte del team scientifico" del museo.

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