lunedì, 5 Giugno 2017

Anna, l’orfanella dai capelli rossi

di Corrado Gigliotti
Insopportabile, stucchevole e fastidiosa oggi come allora
Quando ero piccolo, negli anni ’80, il cartone ‘Anna dai capelli rossi’ attirava la mia attenzione solo se non c’era niente altro da vedere. I più giovani si stupiranno ma poteva capitare, certo, non c’era Netflix , né Sky e ai cartoni animati erano dedicate solo poche ore di palinsesto al giorno. In pratica lo guardavo solo se costretto. Anna era stucchevole, fastidiosa e eccessivamente teatrale.

In realtà esiste tutto un filone di povere orfane disadattate in cerca di riscatto che negli anni '80 ebbe molto successo : Pollyanna, Heidi, La principessa Sarah, Candy Candy e, ovviamente Anna.

Tra l’altro insieme ad Heidi e Remi questo filotto di sfortunate qualche decennio dopo avrebbe fatto il successo di impertinenti formazioni di pop goliardico, tipo Cialtroni Animati e i su tutti i Gem Boy. I Gem Boy partirono come dissacratori della purezza dell’infanzia (“dolce Remi, metti la mano qui…”) e adesso fanno la band di supporto di Cristina d’Avena, a testimonianza del fatto che nessuno esce sano dagli anni 80. Fine digressione musicale.

La serie di Netflix non delude le aspettative, è un rifacimento fedele in tutto e per tutto e, inutile dirvi, anche in questo caso Anna Shirley risulta insopportabile anche ad un occhio adulto.

Anna Shirley viene adottata da due fratelli già in avanti con l’età, per errore. Avevano fatto richiesta all’orfanotrofio di un maschio e invece giunge l’ossuta pel di carota. La piccola rivive così l’incubo del rifiuto e cerca di meritarsi un posto nel cuore dei due burberi (solo in apparenza) fratelli dimostrando di poter essere una buona lavoratrice.



La ragazzina non ha mai avuto famiglia e non è andata a scuola ma, curiosa di natura, si è attaccata alla propria immaginazione per sopravvivere ad una vita di abusi, orfanotrofi, e tristezza.

Anna parla. Parla tantissimo. Ed è felice per ogni fiore su questa terra e per ogni nuvola in cielo.

Per questo ogni tanto le si vorrebbe cucire la bocca.

Ma la sua indole ciarliera e ottimista riesce alla fine a conquistare il cuore dei due fratelli che la lasciano entrare nel loro severo e rigido mondo e lasciano che lei lo trasformi con la sua irruenza infantile.

Rivedere Anna è stato quasi piacevole, e ringrazio Netflix per non avere modificato nulla, certo, il regista ha voluto aggiungere qualche flashback sul passato di abuso della ragazzina, ma davvero non è nulla di così introspettivo.

Se avete nostalgia guardatelo, vi tornerà in mente il motivo per cui alla terza sviolinata sulla bellezza dei ciliegi cambiavate canale.

In realtà ho scritto la recensione perché quando ho letto “redhead” pensavo di guardare un’altra cosa, dice la mia analista che devo stare meno ore online…e comunque io preferivo Goldrake.

 

Hashtag #erabellasololasigla

voto 5,5

Corrado Gigliotti

Comunicatore, screen addicted, ha studiato con Carlo Freccero e Felice Rossello, se qualcosa è rimasto tra i neuroni potrebbe valere la pena leggerlo.

gigliocorrado@twitter.com