martedì, 7 Luglio 2015
E ora Amazon porta Mozart nella giungla
Mozart in the jungle, serie brillante ed ironica, dal taglio cinematografico
Un bel prodotto Picrow che produce per Amazon (sì, proprio il sito leader nell'e-commerce) questa serie brillante ed ironica, dal taglio cinematografico più che televisivo.

Il taglio filmico emerge dalla regia ariosa, nella colonna sonora che meriterebbe un impianto dolby stereo da sala (ma ormai molti home theatre sono all'altezza dei requisiti richiesti), e da una storia che ricorda le atmosfere delle commedie di Woody Allen, con tanta buona musica (in quel caso il jazz, in questo la classica) a fare da sottofondo a storie leggere e acute, con l'onnipresente riferimento al sesso.

E' proprio la passione in tutte le sue accezioni che fa muovere il gruppo di protagonisti di Mozart in the Jungle, per emergere in un mondo spietato sì, ma quanto qualsiasi altro ambiente lavorativo. Niente "Saranno Famosi 2.0", ma piuttosto - nella trama - uno spaccato di come da adulti passione, sesso (che non manca nello script) e banalità da vita quotidiana si intreccino in chi di mestiere fa il musicista.

Salvo per le star, ovviamente: e la più stella di tutte è certamente Rodrigo da Sousa (Gael García Bernal), giovane e affascinante maestro d'orchestra - caliente tanto quanto suggerisce il suo nome - chiamato a risollevare le sorti dell'Orchestra Sinfonica di New York, pericolosamente in ribasso sotto la guida del talentuoso ma ormai anziano Thomas Pembridge (Malcolm McDowell).

Il nuovo leone porterà con sè metodi poco ortodossi, la richiesta ventata di novità e i necessari scompensi nella vita dell'orchestra perchè la narrazione si faccia interessante, insieme alla storyline di Hailey (Lola Kirke) giovane oboista che sfiora la possibilità di far parte dell'orchestra e poi accetta l'incarico di assistente del Maestro per restare nell'ambiente. Con Hailey, coprotagonista, ( in realtà sarebbe la protagonista, ma Gael se la mangia in quanto a presenza scenica ) si inserisce nella narrazione il gruppo di amici giovani, talentuosi e desiderosi di emergere, che in show come questo non deve mancare mai. Anche l'improvvisa apparizione di Ana Maria, moglie non-si-capisce-quanto-ex di Rodrigo, amata e odiata, musicista attivista squinternata è un must del genere "vissi d'arte", e sembra di intravedere l'omaggio al Woody Allen di Vicky Cristina Barcelona e alla "sua" ossessionata artista Penelope Cruz.

Aldilà della trama, ben congegnata ma in cui non succede nulla di nuovo sotto il sole ( in effetti pare sia difficile ), Mozart in the Jungle offre una scrittura elegante, un super cast con un Gael Garcia in stato di grazia che mi fa rimpiangere di essere obsoletamente etero, una buona fotografia, oltre ovviamente alla colonna sonora di gran classe, sempre briosa, suggestiva e di facile fruizione, che sfidando l’ossimoro si può definire “musica classica pop”. A tal proposito, la curiosità è che si sentono tante parole italiane in originale per definire i termini tecnici e ricorrenti dell’ambiente come non se ne sentivano dai tempi dei Soprano.

 

La serie è distribuita con il "metodo Netflix", ovvero tutte le 10 puntate della prima stagione sono disponibili online per il download; gli episodi mantengono comunque un minimo di narrazione verticale (trama dell'episodio) e sembrano concepiti per essere fruiti con la classica scadenza settimanale, benchè la narrazione orizzontale (trama generale della serie) prevalga nella sceneggiatura. La regia è di tale Roman Coppola, ma toglietevi quei sorrisini ironici dalla bocca: sì, è il figlio, ma è bravo.

Il tutto ispirato dal romanzo “Mozart in the Jungle: Sex, Drugs, and Classical Music” memorie dell'oboista Blair Tindall, e quindi potete anche a giocare a "questo sarà vero/questo è impossibile dai" (e sbaglierete quasi sempre).

 

Hashtag #LaMusicaClassicaRibelle

Voto 7,5

Premiere Date: Dec 23, 2014

Inedita in Italia.

 

Corrado Gigliotti

Comunicatore, screen addicted, ha studiato con Carlo Freccero e Felice Rossello, se qualcosa è rimasto tra i neuroni potrebbe valere la pena leggerlo.

gigliocorrado@twitter.com