giovedì, 18 Aprile 2013
House of cards: Kevin Spacey e Robin Wright nella nuova serie made in USA
Un cast d’eccezione e un nuovo modo di vedere la TV
I numeri sono già altissimi: 100 milioni di dollari il budget per le prime due serie di House of cards, remake dell’omonima serie inglese, ambientata tra gli intrighi di palazzo del Congresso americano, trasmessa dalla BBC nel 1990.

Un cast importante: il protagonista è Kevin Spacey, nei panni di Francis Underwood, un Congressman ambizioso e manipolatore. La moglie Claire è interpretata da Robin Wright, sofisticata, dal look sempre elegantissimo e dal viso incorniciato dai capelli molto corti.
Diretta da registi di grido come David Fincher (The Social Network), la serie ha degli ingredienti senza dubbio importanti per garantirne il successo.

La storia è ricca di colpi di scena: durante la campagna elettorale, il rappresentante Frank Underwood supporta il candidato alla Presidenza, ma questo, una volta divenuto Presidente, non mantiene la promessa di nominarlo Segretario di Stato. Inizia allora il piano di vendetta di Underwood, che prende di mira i vertici politici di Washington.
La moglie lo supporta in tutto e per tutto, arriva a sacrificare i propri sogni e interessi per la sua carriera, ma si scopre orgogliosa e ribelle dopo l’ennesimo sopruso psicologico dettato dalla sete di potere del marito.

Come lei stessa ammette, l’affinità con Francis non nasce dalla possibilità di un beneficio materiale (soldi, potere), ma dal raggiungimento di una condizione esistenziale: lui le ha promesso che non si sarebbe mai annoiata.
Apparentemente calcolatrice e priva di sentimenti autentici, è in realtà molto sensibile e fragile.
Accanto ai due colossi del cinema americano, la giovane e attraente Kate Mara, nel ruolo della giornalista Zoe Barnes, pronta a tutto pur di arrivare per prima sulla notizia.
Diviene infatti, non senza crisi di coscienza, l’amante del deputato, e riesce grazie alle sue soffiate, a spiccare il volo come reporter politica di Washington.
Claire Underwood sa tutto, e pare non esserne troppo colpita, ma presto gli sviluppi della storia la faranno reagire e fuggire a New York dall’artista-fotografo che ha sempre amato.
Zoe ha uno stile molto giovanile e casual, riesce però a trasformarsi in ammaliante seduttrice al momento opportuno.

La sua freschezza giovanile e la sua insolenza, dalle quali è attratto il maturo deputato, sono volutamente in contrasto con la classe e la sofisticatezza di Claire-Robin, lontanissima dall’immagine della ragazza inquieta amata per tutta la vita da Forrest Gump.
Gli intrighi amorosi e di palazzo della serie sono raccontati con una sapiente regia e un bell’uso della fotografia, e ai prossimi Emmy Awards ci saranno sicuramente delle belle sorprese.

Ma la novità vera di House of Cards è il modo in cui viene diffusa e fruita dal pubblico in America:  il provider internet che ha prodotto e distribuito la serie, ha deciso di far uscire i primi 13 episodi tutti insieme.
Gli spettatori americani abbonati a Netflix hanno così potuto fare una “maratona” e godersi la storia con il cosiddetto “binge-viewing”, un week end con scorpacciata di puntate.

Se da una parte questo modo di fruire dei contenuti ha riscosso pareri favorevoli, con entusiasmo da parte di chi si è buttato nella storia, dall’altra ha messo in crisi il senso stesso della tv via cavo a pagamento in USA, che potrebbe ricevere un colpo letale da questo approccio.

A detta del New Yorker, infatti, “House of Cards mette in discussione l’esistenza stessa dell’attuale re dell’intrattenimento domestico, l’industria della TV via cavo. Queste aziende guadagnano quasi 100 miliardi di dollari grazie ai contenuti che trasmettono. Ma se non ci fosse più bisogno della TV via cavo per vedere delle serie interessanti appena escono, per cosa si pagherebbe?

E’ davvero una bella sfida, non solo per le battaglie a colpi di leggi ed emendamenti del Deputato Underwood, ma anche per il futuro della TV in USA.
Staremo a vedere, intanto, speriamo che House of Cards arrivi anche in Italia!

Gloria Bogi