Inside No. 9 ti cattura per l'atmosfera bristish molto raffinata
Non per l'entusiasmo trascinante da serie americana tutta spari e inseguimenti, dove non vedi l'ora di sapere come va a finire l'azione; nemmeno per la sottotrama romantica, che quando ti affezioni ai personaggi ti tieni incollato al video per saper quando si daranno il primo bacio, «quei due».
Inside No. 9 ti cattura per l'atmosfera bristish molto raffinata, con modalità narrative di ritmo, fotografia e trama assolutamente europee: per qualcuno decadenti, per altri più adulte di quelle citate sopra.
La serie è una black comedy britannica scritta da Steve Pemberton e Reece Shearsmith, nata in occasione della collaborazione di entrambi a Psychoville; i due sono anche tra gli interpreti di alcuni dei sei episodi. Ogni puntata è autoconclusiva, con i protagonisti coinvolti in ambientazioni e trame diverse; unico filo conduttore le porte contrassegnate «numero 9» che fanno da scenario ai distinti tipi di eventi.
Le storie sono tutte allegramente dark con colpi di scena inattesi, nonostante l'azione in ogni episodio sia limitata a una singola location nel tentativo di produrre una sensazione di claustrofobia e intensità, con evidente richiamo al teatro greco classico. Le 'coup de theatre' finale non è sempre scontato (sì, l'umanità può ancora farcela).
Originali anche le modalità di promozione della prima serie: la BBC ha rilasciato un settimo episodio interattivo online, disponibile al pubblico all'url www.insideno9extra.co.uk . La storia - sempre stand alone- è raccontata in un formato digitale particolare, sostituendo il video lineare con una serie di fotografie cinematografiche o ' cinemagraphs ". Ogni cinemagraph cattura un singolo momento dei protagonisti attraverso un fermo immagine, contenente un pezzo isolato di movimento che si ripete in loop: evidente anche in questo caso la voglia di sperimentare degli autori.
Tra i sei episodi andati in onda in TV, assolutamente imperdibile il secondo, dove non ci si annoia mai nonostante la quasi totale assenza di dialoghi: i villain - tratteggiati come gli improbabili cacciatori di dalmata di Crudelia De Mon - sono accompagnati durante tutta l'azione dalle musiche di Rachmaninov Piano Concerto No. 2 e dalla versione di Harry Nilsson di "Without You"...fino al gran finale.
La meno convincente delle puntate è forse l'ultima, dove si vira verso un horror più classico, probabilmente per «gettare un ponte» (facile) verso la già confermata seconda serie.
Hashtag #arsenicoenuovimerletti - Voto 7,5 - Il pilot è stato trasmesso il 5 febbraio 2014 su BBC Two. Non ancora in programmazione in Italia.
Corrado Gigliotti
Comunicatore, screen addicted, ha studiato con Carlo Freccero e Felice Rossello, se qualcosa è rimasto tra i neuroni potrebbe valere la pena leggerlo.
gigliocorrado@twitter.com
Inside No. 9 ti cattura per l'atmosfera bristish molto raffinata, con modalità narrative di ritmo, fotografia e trama assolutamente europee: per qualcuno decadenti, per altri più adulte di quelle citate sopra.
La serie è una black comedy britannica scritta da Steve Pemberton e Reece Shearsmith, nata in occasione della collaborazione di entrambi a Psychoville; i due sono anche tra gli interpreti di alcuni dei sei episodi. Ogni puntata è autoconclusiva, con i protagonisti coinvolti in ambientazioni e trame diverse; unico filo conduttore le porte contrassegnate «numero 9» che fanno da scenario ai distinti tipi di eventi.
Le storie sono tutte allegramente dark con colpi di scena inattesi, nonostante l'azione in ogni episodio sia limitata a una singola location nel tentativo di produrre una sensazione di claustrofobia e intensità, con evidente richiamo al teatro greco classico. Le 'coup de theatre' finale non è sempre scontato (sì, l'umanità può ancora farcela).
Originali anche le modalità di promozione della prima serie: la BBC ha rilasciato un settimo episodio interattivo online, disponibile al pubblico all'url www.insideno9extra.co.uk . La storia - sempre stand alone- è raccontata in un formato digitale particolare, sostituendo il video lineare con una serie di fotografie cinematografiche o ' cinemagraphs ". Ogni cinemagraph cattura un singolo momento dei protagonisti attraverso un fermo immagine, contenente un pezzo isolato di movimento che si ripete in loop: evidente anche in questo caso la voglia di sperimentare degli autori.
Tra i sei episodi andati in onda in TV, assolutamente imperdibile il secondo, dove non ci si annoia mai nonostante la quasi totale assenza di dialoghi: i villain - tratteggiati come gli improbabili cacciatori di dalmata di Crudelia De Mon - sono accompagnati durante tutta l'azione dalle musiche di Rachmaninov Piano Concerto No. 2 e dalla versione di Harry Nilsson di "Without You"...fino al gran finale.
La meno convincente delle puntate è forse l'ultima, dove si vira verso un horror più classico, probabilmente per «gettare un ponte» (facile) verso la già confermata seconda serie.
Hashtag #arsenicoenuovimerletti - Voto 7,5 - Il pilot è stato trasmesso il 5 febbraio 2014 su BBC Two. Non ancora in programmazione in Italia.
Corrado Gigliotti
Comunicatore, screen addicted, ha studiato con Carlo Freccero e Felice Rossello, se qualcosa è rimasto tra i neuroni potrebbe valere la pena leggerlo.
gigliocorrado@twitter.com