martedì, 23 Aprile 2013
Kevin Bacon e Matt Davis sfidano le sette sanguinarie in The Following e Cult
Buon successo per The Following, in onda su Sky Uno e Premium Crime, la prima avventura di Kevin Bacon sul piccolo schermo
Il popolare attore americano interpreta l’ex agente FBI Ryan Hardy, e ha spiegato così la sua scelta televisiva:

“Pensavo che il mio primo ruolo in tv sarebbe stato su una tv via cavo, poi ho scoperto questo copione e non riuscivo a smettere di leggere: ha tutto quello che cercavo, c’è un protagonista eroe ma anche complicato e in qualche modo rotto, alle prese con questioni di vita o di morte.

The Following sarà uno show realistico, è questo – non gli zombie, i vampiri o gli alieni – che lo rende pauroso.”

Hardy ha un passato difficile e pieno di violenza, l’omicidio del padre poliziotto sotto i suoi occhi ha condizionato tutte le sue scelte, con le quali continua a fare i conti anche nel presente.

Il suo nemico è Joe Carroll, scrittore dalla psiche deviata, ossessionato dalle opere di Edgar Allan Poe. Joe è un serial killer che trae puro piacere nel vedere le persone morire per sua mano, ed è riuscito a crearsi un seguito di adepti pronti a tutto per lui.

Come dice uno degli attori della serie:

“I seguaci di Carroll fanno quello che fanno per una sorta di amore deviato, per avvicinarsi di più a lui: credo sia più spaventoso che se lo facessero solo perché sono malvagi, è questa la cosa paurosa, che lo fanno per amore.”

La storia, oltre all’amore “malato” dei seguaci della setta, ha anche il suo lato romantico: l’ex moglie di Joe, Claire (Valerie Zea), ama Ryan-Kevin, ricambiata in modo molto combattuto dall’agente. Hardy la vuole proteggere a tutti i costi dal morboso ex marito, ma spesso deve fare delle scelte che vanno contro questo sentimento per aiutarla a salvare il piccolo Joey, nato dal matrimonio con il serial killer.
The Following è stata accolta da recensioni miste. Secondo Variety si tratta di una serie sapientemente realizzata, la cui trama è imprevedibile, ricca di tensione e colpi di scena. USA Today l’ha presentata come una delle serie più violente e spaventose mai prodotte per una rete televisiva commerciale; secondo il quotidiano statunitense è ben narrata e recitata, incentrata come altri crime drama su una battaglia tra bene e male, dove il bene è rappresentato come incerto e segnato dal passato e il male come intelligente e profondamente depravato.

Il New York Daily News ha giudicato The Following intensa e di alta qualità.
Non altrettanto fortunata, nelle critiche e negli ascolti, l’altra serie incentrata su una setta sanguinaria, “CULT”, recentemente cancellata dal palinsesto del canale americano CW, e che forse in Italia non verrà mai trasmessa.

Cult ha come protagonista il giornalista investigativo Jeff Sefton (Matt Davis, The Vampire Diaries, A proposito di Brian) che ha da tempo imparato a convivere con le ossessioni del fratello Nate relative ad un misterioso show, intititolato “Cult“, che intende ucciderlo: ma quando suo fratello misteriosamente scompare, Jeff farà squadra con Skye Yarrow (Jessica Lucas), giovane assistente che lavora proprio in quel programma, per aiutarlo a scoprire quando di vero c’era nelle parole del fratello e chi siano i fan di questo show.
E’ una setta formata da appassionati della fiction, i cosiddetti “true believers”, di cui si scoprono delitti e violenze, complice anche una detective al di sopra di ogni sospetto. I due protagonisti, alla ricerca del fratello scomparso di Jeff, si trovano al centro di una trama fittissima di crimini, che  vede alternarsi momenti reali e scene dal set dello show.

Plot interessante, una finzione nella finzione, in cui gli spettatori della serie entrano a far parte della sceneggiatura e interagiscono con gli attori.
Sia “Cult” che “The Following” hanno ingredienti di pura follia e violenza, che gli adepti di questi strani culti mettono in atto.

Il comune denominatore delle due serie americane incentrate sull’adorazione di un capo “spirituale”,  è il reclutamento dei  followers attraverso i social networks.

La rete è il luogo ideale per diffondere i messaggi e convincere le menti fragili che possono trovare forza e ispirazione nel senso di appartenenza a qualcosa di più grande.

Un fenomeno inquietante e potenzialmente pericoloso, se un giorno divenisse reale: creare un network di persone con lo stesso credo attraverso il web è tanto facile quanto rischioso e forse la finzione non sarebbe così distante dalla realtà.

di Gloria Bogi