...come non sia importante essere un buon avvocato ma basti semplicemente sembrarlo
(KIKA) - “The grinder” ovvero monografia sulla sindrome di Dunnimg-Kruger, cioè di come non sia importante essere un buon avvocato ma basti semplicemente sembrarlo, se poi sei figo come Rob Lowe è pure meglio.
Andiamo con calma: Rob Lowe è Dean Sanderson , attore protagonista di una serie legal di successo che ha appena chiuso i battenti e che si ritrova in crisi esistenziale a tornare dalla famiglia di origine.
Viene accolto dal padre e dal fratello, veri avvocati senza alcuno slancio ne entusiasmo, titolari di uno studio legale in crisi. Forte della sua esperienza legale sul set, Dean è convinto di poter tranquillamente lavorare nello studio di famiglia e utilizza tutti i sui trucchi di scena, l’enfasi, l’esagerazione , il drama, per condire con un po' di carattere lo stile insipido e estremamente insicuro del fratello.
Il legal fa da sfondo , abbastanza sfocato e poco approfondito, al gioco delle dinamiche familiari e alle situazioni leggere e ridicole che hanno come punto centrale il saper fingere di far qualcosa, la convinzione di essere i migliori e l’atteggiamento vincente che convince più di una laurea in giurisprudenza.
Rob Lowe è convincente, borioso e sbruffone tanto quanto basta per convincere chiunque della certezza delle sue capacità di avvocato , la sua fama lo ha preceduto e la cosa infastidisce alquanto il povero insipido e insicuro fratello, il quale sui libri invece ha faticato ma che non riesce in realtà a trovare nessuno spiraglio di attenzione.
The grinder fa ridere in quanto assurdo ma allo stesso tempo fa ridere in quanto reale. Spesso ormai fantasia e realtà si fondono in una dimensione astratta in cui ciò che sta su uno schermo è automaticamente vero e giusto. I vari reality sono in onda tutti i giorni a dimostrarlo.
La serie si guarda volentieri, senza essere un capolavoro della commedia, sempre in bilico tra comedy e meta-comedy di cui in un certo qual modo reinventa le regole, trasformando il tribunale nel palcoscenico sul quale l’istrionico e surreale Rob Lowe si muove alla perfezione. Tutto ancora una volta molto “meta”, con il protagonista che nelle pause tra i “veri” processi guarda sé stesso in tv, nella serie ormai chiusa (che ovviamente si intitola “the Grinder”) malinconicamente rimembrando i bei tempi; l’effetto non è perfetto ma nemmeno da buttare, il format da 20 minuti aiuta a non annoiare. Da guardare mentre si cucina o direttamente a cena, se non volete distrarvi troppo.
Lo show ha ballato per una sola stagione, che è partita negli USA su Fox il 29 settembre 2015, mentre in Italia ha preso il via sul satellite (Fox Italia) il 24 giugno 2016
Hashtag #unaltroavvocatointv
voto 6
Corrado Gigliotti
Comunicatore, screen addicted, ha studiato con Carlo Freccero e Felice Rossello, se qualcosa è rimasto tra i neuroni potrebbe valere la pena leggerlo.
gigliocorrado@twitter.com