Spettacolo
mercoledì, 23 Marzo 2016

Ivan Cotroneo: "Sono i figli a non voler parlare coi genitori"

di Paolo Travisi
Il regista presenta il film Un Bacio e demolisce anche il clichè dei genitori disattenti.
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(KIKA) - ROMA - Un bacio, il nuovo film di Ivan Cotroneo, entra senza troppi fronzoli nel mondo degli adolescenti, delle loro problematiche, che ogni anno scatenano centinaia di fatti cronaca.

Lorenzo, Blu e Antonio hanno molte cose in comune: l'età - sedici anni -, frequentano la stessa classe nello stesso liceo in una piccola città del nord est, hanno ciascuno una famiglia che li ama anche se è molto presa dalle incombenze quotidiane; tutti e tre, anche se per motivi differenti, finiscono col venire isolati dagli altri coetanei.

Abbiamo incontrato il regista della pellicola, che ha presentato così il suo ultimo lavoro.

Mi ha ispirato l'omicidio Larry King, questa storia mi ha ossessionato. Prima ho cercato il modo di raccontarla ed è nato il libro - edito da Bompiani - che ricreava quella scena ma trasferita in Italia. Poi presentandolo e parlandone con i ragazzi, ho scoperto le loro storie, toccando con mano come tutte le forme di bullismo siano collegate, ho capito quanto queste forme di violenza siano più pesanti rispetto a quando io avevo sedici anni”.

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Un bacio è stato proiettato in molte scuole, quali sono state le reazioni dei sedicenni a un film che parla dei loro problemi?: “Sono state sorprendenti, intanto perché si son riconosciuti e hanno percepito il rispetto che ho avuto nel raccontarli. Poi ho scoperto una grande voglia di parlare di queste problematiche. Negli incontri dopo la proiezione del film ci sono stati molti dibattiti, alcuni molto accesi tra gli alunni. Hanno discusso, alcuni hanno fatto coming out”.

Gli adulti fanno da sfondo alle storie dei ragazzi, come se anche nella realtà i genitori fossero distanti dalle problematiche dei loro figli: “Non sono genitori disattenti o colpevoli quelli del mio film. Non credo per forza all’equazione adolescente con problemi - genitori disattenti, spesso i ragazzi sono sfuggenti, non dicono le cose per vergogna, imbarazzo o anche per presunzione, credono di poter risolvere i loro problemi da soli, ma il rapporto con i genitori è importante e nel film racconto quanto questo legame sia anche causa scatenante, ma per responsabilità dei figli e non dei genitori. In sostanza il film racconta quanto l’assenza di comunicazione possa diventare davvero pericolosa”.

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