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Chi ama l'attore di Ghostbusters amerà questo film in cui Murray interpreta se stesso.
Chi ama Bill Murray amerà St. Vincent, in uscita il 24 ottobre negli Stati Uniti e ancora senza data in Italia.  Scritto e diretto da Theodore Melfi, alla sua prima esperienza hollywoodiana, il film porta con sé l’essenza dell’attore che il pubblico aveva apprezzato con successi come Ghostbusters e I Tenenbaum.

In St Vincent, Murray è rude, irascibile, inappropriato e simpatico. Beve e fuma come un pazzo, mette incinta una lavoratrice del sesso russam interpretata da Naomi Watts e poi finisce per fare da baby sitter al figlio dodicenne della vicina di casa in dirittura di divorzio (Melissa McCarthy) costringendo il ragazzino a frequentare luoghi inappropriati (piste automobilistiche e strip club), mangiare sardine in scatola spacciate per Sushi e imparare a tirare di box. Quella che a prima vista sembra una relazione decisamente dannosa diventa invece una bella amicizia fra un ragazzino e un vecchio disilluso. La storia non è propriamente nuova ma il film è piacevole da guardare e, a detta degli attori che ne hanno fatto parte, è stato piacevole anche realizzarlo.  “Come potevo farmi sfuggire l’occasione di fare una parte così diversa dal solito? - dice Naomi Watts che nel film interpreta la prostituta sedotta da Murray - E’ il mio primo ruolo in una commedia brillante e quello che ho cercato di imparare è stato il senso del tempo e la maniera in cui Bill Murray e Melissa McCartney consegnavano le battute alla cinepresa. Il tempismo è davvero molto importante ed altrettanto importante è il modo, l’espressione del viso. Mi ha colpito l’assoluta serietà con cui quei due facevano le loro battute. Era quel contrasto, fra espressione del volto e quello che dicevano, che rendeva tutto così divertente. Bill Murray in questo è un vero genio”.

Quest’ultimo è noto per la particolare cura con cui sceglie i suoi film: “Sono orgoglioso delle mie scelte, della mia lista di film e sono abbastanza sicuro di vincere la sfida con molti miei colleghi. Sono piuttosto bravo ad evitare di far parte di film brutti, ho una specie di sesto senso. Sono soprattutto orgoglioso delle commedie divertenti. Quando mi fermano per strada e mi ricordano per un film nel quale ho lavorato, allora torno a casa riguardo quel film, e di solito rido di nuovo. Di St. Vincent mi è piaciuto il realismo, i personaggi sono grotteschi e reali insieme”.

La dinamica fra il ragazzino, interpretato da Jaeden Lieberher e il personaggio di Murray è davvero azzeccata e il film riesce a suscitare emozioni senza cadere nel sentimentalismo. “Quando si lavora con i bambini può essere difficile. La maggior parte di loro dovrebbe essere lanciata nello spazio in una missione senza ritorno, e magari sarebbe il caso di mandarci anche i genitori. Jaeden no. Questo ragazzino era più professionale di tanti attori adulti, ed era accompagnato da due genitori intelligenti, che sono riusciti a farlo rimanere un bambino normale. Faceva ridere,  faceva battute, che dette da un bambino sono ancora più divertenti, e poi voleva imparare e  mi piace tanto insegnare a chi ha voglia di imparare”.

Nella storia c’è anche un gatto. “Il gatto aveva atteggiamenti da divo. Molto più di noi, o del bambino. Probabilmente è stato anche pagato più di noi”.
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