Visti per voi
 
Una storia di nascita, morte e reincarnazione, una prova d'attore

(KIKA) - LOS ANGELES - Una storia di nascita, morte e reincarnazione, una prova d'attore, con sei o sette personaggi diversi per ogni interprete e, infine, un esercizio stilistico che intreccia storie e mondi diversissimi, in un lasso di tempo che va dal 19mo secolo ad un futuro tanto lontano che è impossibile numerare.

Cloud Atlas, il film dei fratelli Wachowski (quelli di Matrix, per intenderci) in uscita questo fine settimana negli Stati Uniti, è un film difficile da inquadrare in un genere, così come è difficile da comprendere, ma lo spettatore uscirà dalla sala con la sensazione di aver visto un lavoro notevole ed avrà voglia di tornare a vederlo, per comprenderne i mille passaggi, per dipanare l'intricato nodo di vicende e personaggi che vi si intrecciano.

Interpretato da un cast stellare che comprende nomi come Tom Hanks, Susan Sarandon, Halle Berry, Hugh Grant e tratto da un romanzo dello scrittore inglese David Mitchell, Cloud Atlas sottopone lo spettatore anche ad un altro gioco: quello di tentare di riconoscere dietro volti e trucchi tanto diversi, l'attore, sempre lo stesso, che li interpreta: Halle Berry è un'aliena, una giornalista degli anni Settanta, la moglie (bianca) di un musicista sul viale del tramonto negli anni Trenta.

Tom Hanks è un medico avido dell'epoca vittoriana, un assassino dei giorni nostri, un patriarca del futuro. In questo lungo viaggio nel tempo e nella storia, i protagonisti imparano lezioni dalla propria vita, che sia quella che stanno vivendo, che sia quella che hanno vissuto in passato.

Il film, ambizioso e complicato appunto, ha avuto una vita difficile. "Non riuscivamo a venderlo. Nemmeno da finito, nemmeno con le star che ci sono dentro - afferma Lana Wachowsky - ma siamo stati tenaci e siamo arrivati in fondo. Posso senz'altro confermare che questo è stato uno dei progetti cinematografici più indipendenti della storia del cinema".Il perchè di tante difficoltà è facile da comprendere in un ambiente come quello di Hollywood abituato, a suon di remake e sequel, a puntare su cavalli sicuri.
Ma il coraggio dei fratelli Wachowski e di Tom Tykwer, terza firma alla regia, è stato premiato. Il film è arrivato nelle sale.
A proposito di nascite, morti e reincarnazioni, il debutto di Cloud Atlas ha coinciso con la prima uscita pubblica di Lana Wachowski, nata Laurence, che dopo una terapia ormonale durata 10 anni, nel 2008 si è sottoposta all'intervento per cambiare sesso e per la prima volta ha descritto i difficili anni in cui la sua vera identità era messa in discussione da un corpo che non le apparteneva: "Ho contemplato anche il suicidio - ha detto la regista premiata agli Human Rights Campaign's Visibility Award - E' successo da adolescente. Devo la vita ad un estraneo in Metro, sul binario del treno davanti al quale mi stavo per buttare. Non ha fatto niente altro che guardarmi dritto in faccia, nella maniera in cui si guardano gli animali. Non so perchè lo ha fatto, ma gli devo la vita".
E' probabile che anche quell'episodio abbia contribuito alla filosofia che sta dietro a Cloud Atlas: "La vita di ogni uomo è fatta di relazioni, più o meno semplici, con altri individui" prosegue Andy Wachowski, che non si chiede se il film sarà capito: "Come artista non mi preoccupo del pubblico. Ogni lavoro d'arte è un lavoro di ottimismo e di fiducia, dell'artista nel pubblico e viceversa".

E' Susan Sarandon a offrire la chiave di lettura di Cloud Atlas. "Per vedere questo film porsi come si pone un buon viaggiatore, uno di quelli che vanno in un luogo con spirito aperto e con la voglia di assaggiare e sperimentare la cultura locale, senza cercare il locale McDonald".
Halle Berry confida che insieme al copione è arrivato una specie di manuale di comprensione "Le istruzioni per l'uso" e Tom Hanks confessa: "L'ho dovuto vedere tre volte per capirlo bene, ogni volta arrivava un input in più, scoprivo un dettaglio che chiariva qualcosa. E' proprio questo il fascino di Cloud Atlas".

Il film arriverà in Italia, distribuito da Eagle, il 3 gennaio.
©RIPRODUZIONE RISERVATA