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Non convince il film che vede protagonista Clint Eastwood

Clint Eastwood non è più lui. Ne è convinto Peter Travers, critico di Rolling Stone, che scimmiottando l’ormai famoso dialogo con la sedia dell’attore e regista alla Convention repubblicana ha chiesto ad una sedia vuota: “Clint, perché hai fatto un film così melenso?”
Il film in questione è “Trouble with the Curve”, dallo scorso fine settimana sugli schermi americani (con un non troppo eclatante terzo posto in classifica dopo il film d’animazione “Hotel Transilvania” e l’action movie con Bruce Willis “Looper”) e che arriva in Italia con il titolo di "Di nuovo in gioco".
Eastwood, che tempo fa aveva dichiarato che la recitazione in un film non era più fra le sue priorità, ritorna protagonista di un film che non dirige. Sulla sedia del regista siede invece, per la prima volta, l’amico Robert Lorenz che collabora con Eastwood sin dai tempi de I ponti di Madison County. Trouble with the Curve è ambientato nel mondo del baseball ma lo sport è solo un pretesto per raccontare una storia d’amore, quella fra un padre e la figlia avvocato (Amy Adams), che lascia la professione per aiutare il genitore che, a causa dei problemi alla vista, non riesce a portare avanti il suo lavoro di agente reclutatore degli Atlanta Braves.

C’è poi un’altra storia d’amore che corre fra le pagine del copione ed è quella fra la figlia del vecchio agente e il rivale dei Boston Red Sox, interpretato da Justin Timberlake.
Non è la prima volta che l’ex ispettore Callaghan si dedica al racconto sentimentale. Era successo con i Ponti di Madison County ad esempio, ma questa volta forse Eastwood si è avventurato troppo in un campo che non gli appartiene. “Se quella sedia potesse parlare – commenta Travers su Rolling Stone - risponderebbe con un grugnito alla Gran Torino e la famosa frase ‘Fuori dal mio terreno’ ”.
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