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Esce il giorno di San Valentino il 5° film della saga di John McClane
Botte da orbi, e come poteva essere altrimenti? Die Hard - Un buon giorno per morire, quinto film del famoso franchise che vede protagonista Bruce Willis non smentisce le aspettative e dimostra di essere un’allegra e divertente scazzottata che riporta i fan a quella prima avventura del poliziotto newyorkese John McClane, uscita ben 25 anni fa.
La storia questa volta vede protagonista, oltre a John McClane, anche il figlio di lui, Jack in un’avventura che ha luogo a Mosca. McClane arriva nella città russa per rintracciare il figlio che non vede da tempo, Jack (Jai Courtney), ma rimane stupito quando scopre che lui lavora sotto copertura per proteggere un informatore del governo. Con la loro vita appesa a un filo, i McClane sono costretti a superare ogni contrasto per portare al sicuro Komarov e impedire un crimine disastroso nel luogo più desolato sulla faccia della Terra, Chernobyl, così John e il figlio Jack stanno per vivere una riunione di famiglia che non dimenticheranno mai.
Sono passati 25 anni da quando Die Hard è diventato un fenomeno nelle sale, lanciando un nuovo eroe cinematografico e cambiando il panorama del cinema d’azione. McClane è un personaggio con cui potersi identificare, un uomo normale costretto dalle circostanze a portare a termine una missione straordinaria. E’ questo che lo differenzia dagli eroi fumettistici di tanti film d’azione e che ha reso McClane uno dei personaggi più popolari della storia del cinema.

E a 25 anni da quel primo Die Hard, il suo protagonista Bruce Willis, sembra non conoscere stanchezza.“Forse in un paio di occasioni sono stato un po’ più lento a rialzarmi, ma forse è perché sono caduto un po’ peggio del solito – racconta Willis, che non si sente affatto invecchiato – faccio tutto quello che facevo allora, mangio quanto allora, faccio esercizio, mi vesto come allora. Sono sicuro che arriverà il momento in cui mi sentirò di essere diventato vecchio, ma ora non è così e non ci penso".
E in effetti di esercizio fisico Bruce Willis e Jai Courtney ne fanno tanto: cadono da altezze improponibili, si fanno scivolare in un tubo per il deposito di detriti edilizi, vengono presi a calci e pugni in più occasioni “E’ una cosa da uomini. Vietato lamentarsi. Giriamo queste scene e il primo che si lamenta è una femminuccia. Credo che la ragione per cui faccio questi film sia anche questa. E’ una sfida con me stesso prima che con altri”.

Memorabile la scena dell’inseguimento fra auto. Particolarmente difficile, dice il regista John Moore, perché erano tre le auto protagoniste. “Non sapete come è complicato mantenere l’attenzione dello spettatore su tre auto coinvolte in un inseguimento”, dice il regista che rivela che per quella scena sono state distrutte 132 auto “Ma io l’avevo detto di non parcheggiare lì”.

Divertentissima anche la scena del taxista che canta "New York New York" al passeggero McClane. “Abbiamo improvvisato, e poi lo studio legale di Fox ci ha semplicemente detto: 'Ma che ca… fate?' Quella improvvisazione ci è costata un milione di dollari in diritti d’autore”.
Particolare la scelta di fare uscire Die Hard il giorno di San Valentino: “Puntiamo sugli uomini a corto di idee su dove portare la moglie per una serata romantica”.
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