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Incassi da record negli Usa per il film sulla nascita dell'N.W.A.
straight_outta3_jpg_1003x0_crop_q85Negli Stati Uniti è stato un successo capace di incamerare 160 milioni di dollari (con una spesa di poco più di 30 milioni). Straight outta Compton è riuscito a battere blockbuster come San Andreas (la nostra intervista qui) e Mad Max Fury Road e a portare al cinema una generazione di americani. La generazione che, negli anni Novanta, è cresciuta a pane e rap.

Diretto da F. Gary Gray e prodotto da Ice Cube, il film racconta infatti la nascita del movimento gangsta-rap, in California, a Compton appunto, cittadina della contea di Los Angeles con uno dei più alti tassi di criminalità al mondo.

E’ qui che, alla fine degli anni Ottanta, nacque l’N.W.A. (Niggaz with Attitude), storico gruppo che includeva Eazy-E, Dr. Dre, Ice Cube, MC Ren e DJ Yella. I cinque cantavano storie di denuncia e riscatto. Cantavano la rabbia che sarebbe poi sfociata nei disordini del 1992 dopo il pestaggio di Rodney King da parte di quattro agenti del LAPD.
Cantavano ‘Fuck tha police’ ed erano osannati dai ragazzi della loro generazione e osteggiati dalla polizia, persino dall’FBI.

Straight outta Compton è il titolo del loro primo album ed il film segue la parabola dei cinque ragazzi di Compton, la loro amicizia, il distacco e il riavvicinamento dei cinque alla morte di uno di loro Eazy-E, mancato a 32 anni, quando ancora di AIDS si moriva.

Con il loro rap i cinque ragazzi dell’ N.W.A. cantavano la brutalità della polizia, i cambiamenti sociali, le discriminazioni razziali che c’erano e che purtroppo ci sono ancora oggi in tante parti d’America.
“Ma io sono ottimistadice alla conferenza stampa di presentazione del film il regista F. Gary Gray– fatti come quelli che stanno accadendo oggi (l’ultimo risale a cinque giorni fa quando un afro-americano in sedia a rotelle è stato ucciso dalla polizia nel Delaware, n.d.r.) e che finalmente vengono raccontati dai media, porteranno ad un cambiamento. Magari non accadrà in pochi giorni, ma il cambiamento ci sarà. Non è una questione di proteste, è una questione di soluzioni, bisogna trovare soluzioni, ma ora c’è pressione e le cose cambieranno”.

“Il film mostra il perché abbiamo fatto quello che abbiamo fatto – dice Ice Cube – Volevamo mostrare la relazione con la polizia, volevamo mostrare l’umiliazione e le ingiustizie che subivamo. Io la capisco anche la polizia. Deve essere dura con i criminali e fa un mestiere pericoloso, ma non ho mai capito perché si comporta in quella maniera con dei semplici cittadini inermi”.straight_outta5_jpg_1003x0_crop_q85

Nel cast c’è un solo attore famoso, è Paul Giamatti che interpreta l’agente del gruppo, Jerry Heller, una figura controversa, diviso fra l’avidità economica e l’affetto per i cinque ragazzi, a interpretare i quali ci sono cinque volti sconosciuti. Uno però è figlio d’arte: O’Shea Jackson, Jr., interpreta infatti il padre, O’Shea Jackson, in arte Ice Cube.

Ma non sono un raccomandato – spiega il ventenne figlio del rapper – ho fatto i provini con altri attori, anzi ne ho fatti più di altri, io ero alla mia prima esperienza d’attore ma ho superato il nervosismo con l’ossessione. In qualche modo capivo che nessun altro come me poteva interpretare mio padre. Ho ascoltato le storie raccontate nel film sin da quando ero un bambino, sono cresciuto con quei racconti”.

Ad aiutarlo c’è poi una innegabile somiglianza fisica e caratteriale. Sul palco il figlio di Ice Cbue ha cantato davvero e col la stessa presenza scenica “Anni e anni in tour o in studio con mio padre hanno aiutato”.
C’è una parte della storia del gruppo rap che il regista ha omesso. Proprio perché il film è una sorta di “biografia autorizzata” dai superstiti del gruppo, l’aspetto più critico, la violenza, la misoginia, l’uso di droga è stato ‘dimenticato’, mentre molto risalto è stato dato agli ultimi momenti di vita di Eazy-E.
“La scena in ospedale è stata la più difficile - racconta Ice Cube – abbiamo dovuto interromperci più volte. Questa è la storia di un gruppo ma anche di un’amicizia che ha avuto momenti di difficoltà ma che ha creato qualcosa d’ importante”.
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