mercoledì, 16 Marzo 2016

La Macchinazione, al cinema dal 24 marzo

di Redazione
Il film racconta una nuova verità sulla morte di Pier Paolo Pasolini.


DI PAOLO TRAVISI

Quarant’anni dopo la morte di Pier Paolo Pasolini, un film torna a scavare tra quelle bugie che sommersero la verità – negata anche dalla giustizia italiana – di uno dei delitti più controversi della nostra storia.

Si chiama “La macchinazione” il film diretto dal giornalista-regista, David Grieco, amico d’infanzia di Pasolini che ha deciso di passare dietro alla macchina da presa, dopo che il filmaker americano Abel Ferrara gli aveva chiesto di aiutarlo a sceneggiare il suo di film. Ma Ferrara, come molti altri che si sono avvicinati a Pasolini dice Grieco, era interessato solo all’aspetto sessuale della sua vita, io invece volevo fare un film di pancia, stile anni ’70, raccontare le molte verità che stanno dietro a quell’omicidio”.

Per interpretare il ruolo dello scrittore-regista, Grieco non ha avuto alcun dubbio: Massimo Ranieri, la cui somiglianza è incredibile. “Ho rifiutato molti film perché trattavano solo della sua omosessualità e non del suo spessore intellettuale” sottolinea l’attore partenopeo “ma a Grieco che conosco da 40 anni ho detto subito si, anche se me la facevo sotto dalla paura. Il primo giorno di riprese infatti mi è venuta la febbre psicosomatica, ero terrorizzato dalla parte”.

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Eppure proprio quella somiglianza è stata la benedizione inconsapevole che tanti anni fa lo stesso Pasolini diede ad un giovane Massimo Ranieri, sulla panchina di un campo di calcio dove entrambi erano giocatori.

“Mi guardò e mi disse allora è vero che mi assomigli, bravo bravo” racconta il protagonista del film. Coraggio è la parola che David Grieco usa più spesso per descrivere il suo progetto, perché molti produttori non volevano spendere soldi per un film che avrebbe suscitato polemiche o avuto problemi di distribuzione. Coraggio che lo ha spinto a scrivere addirittura una lettera ai Pink Floyd, le cui musiche accompagnano alcune sequenze del film.

La loro musica è stata la colonna sonora della mia vita” spiega il regista “allora ho scritto al loro agente e gli ho inviato la sceneggiatura. Dopo poco tempo mi hanno risposto dicendomi che per Pasolini avrebbero dato la loro musica gratis”. E così è stato.

La pellicola racconta gli ultimi tre mesi dell’autore di Accattone, mettendo a fuoco il rapporto con il “ragazzo di vita” Piero Pelosi (colui che venne condannato per l’omicidio), ma soprattutto il contesto in cui maturò la decisione, anzi la macchinazione, di uccidere Pier Paolo Pasolini.



Oltre a Massimo Ranieri, nel cast c’è Libero De Rienzo, che interpreta Antonio Pinna, criminale vicino alla Banda della Magliana, che sparì misteriosamente alla fine degli anni Settanta e Alessandro Sardelli, che interpreta Pelosi, esordiente assoluto al cinema, come richiedeva la tradizione neorealista cui si è sempre ispirato il lavoro di Pasolini regista. Anche Sardelli quando ha girato il film di Grieco non aveva neanche 17 anni. “Non ho fatto scuole di recitazioni, ma ho ascoltato le mie emozioni” dice il giovane attore romano “e ho cercato di rubare l’esperienza di grandi attori come Massimo Ranieri, che conclude l’incontro con la stampa dicendo “ho guardato Alessandro quasi con la stessa tenerezza con cui Pasolini guardava Piero Pelosi. In fondo avevano la stessa età”.

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