mercoledì, 13 Aprile 2016

Le confessioni, il film sulle stanze segrete del potere

di Redazione
Con Toni Servillo, Pierfrancesco Favino e Daniel Auteuil.


 

 

DI PAOLO TRAVISI

Cosa scoprirebbe un normale cittadino entrando nelle stanze segrete dove i potenti del mondo prendono decisioni che cambieranno il corso dell'umanità? E' la tesi di fondo che muove il nuovo film del regista Roberto Andò “Le confessioni”.

Se nel suo film precedente “Viva la libertà” si era occupato di politica, stavolta è l'economia post-crisi la protagonista della pellicola. I ministri dei paesi appartenenti al G8 (tra cui quello italiano interpretato da Pierfrancesco Favino) s'incontrano in un hotel posizionato nella fredda e bellissima natura sulle rive del Mar Baltico. Qui stanno per ascoltare il capo del Fondo Monetario Internazionale, interpretato da Daniel Auteuil, uomo le cui tesi economiche sono considerate illuminanti. Il cinico economista però ha invitato un monaco certosino, Toni Servillo, ad ascoltare le sue confessioni che come prevede la religione cattolica sono coperte dal segreto.

Anche in caso di morte. Cosa che accade: il banchiere francese si toglie la vita. Allora il film diventa quasi un thriller, le cui atmosfere assomigliano a certe opere di Roman Polanski ed Alfred Hitchcock, in cui i personaggi vogliono sapere ad ogni costo il contenuto dell'ultima confessione. Il protagonista allora non è più l'economia, ma gli uomini, le cui certezze vacillano, diventano dubbio davanti al silenzio impenetrabile del monaco Servillo.

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“Le confessioni” è il naturale proseguimento per il regista Andò di “cose che mi inquietano, mi assillano. L'idea narrativa è semplice, assistiamo al summit di ministri che per due giorni dividono quelle stanze. Sono figure disorientate, incapaci del peso delle decisioni”.

Ma il film non offre risposte allo spettatore. Lo scopo è raccontare una storia, seminare il dubbio. Ne è convinto anche Toni Servillo per il quale il monaco è “un eroe positivo, un uomo credibile, che non dirà mai ciò che non pensa. Per me come attore si trattava di rappresentare un conflitto drammaturgico da non perdere. Un uomo che dice di non essere proprietario neanche della sua vita che si scontra con uomini talmente potenti da credere di essere proprietari di tutto”.

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Andò ha scelto per “Le confessioni” un cast internazionale, guidato dal francese Daniel Auteuil, felice di poter lavorare con Servillo sempre più star mondiale dopo l'Oscar per “La grande bellezza”, di cui fa parte anche Connie Nielsen, attrice danese (già vista nel Gladiatore e L'avvocato del diavolo) che interpreta una scrittrice celebre per romanzi per bambini ed il nostro Piefrancesco Favino, che dopo “Suburra” torna ad interpretare un uomo politico.

“Per il mio personaggio ho guardato molte conferenze stampa istituzionali e ho notato che questi uomini parlano con una voce senza empatia, senza emozione, come se parlassero di cose già note. Io come attore ho lavorato molto sulla vocalità, per restituire il dubbio di quest'uomo costretto, per ruolo, ad esprimere certezze”.

Il film di Andò non si pone come guida per lo spettatore nella spiegazioni di dinamiche economiche, piuttosto indaga la moralità di certe scelte. A proposito di guida Toni Servillo, impegnatissimo tra cinema, teatro e scuola di recitazione, si sente un punto di riferimento per talenti più giovani? Domandi di rito. Risposta di Servillo che lascia sempre spiazzato:“Il mestiere dell'attore si basa sulla trasmissione di quello che si è imparato, da generazione in generazione. Se qualche giovane me lo riconosce, ne sono onorato, ma non sarà di certo così stupido da confermarlo.”

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