Visti per voi
 
Dal nostro inviato a Los Angeles

(KIKA) - LOS ANGELES - Sono le cinque del mattino, piove, Los Angeles e' ancora deserta, ma il suo cuore freme. Tra trentacinque minuti si sveleranno le nominations. Agenti, uffici stampa, ma soprattutto attori e attrici, svegli da poco, a casa, alcuni arriveranno in teatro, altri sintonizzati davanti alla tv, nella speranza, per molti vana, di essere nominati.

Mi candideranno? E' giunto finalmente il mio momento? Alcuni saranno felici, altri si chiederanno come mai non sono tra i migliori, nonostante credano di esserlo, altri grideranno allo scandalo, alle manovre politiche, alle congiure.

Un passaggio veloce sotto il metal detector, all'ingresso dell'Academy, una controllata alle credenziali. Non sono ancora dentro che mi viene offerto un caffé. C'e' una sala spaziosa, ci saranno trecento persone. Una piccola folla di fotografi e operatori è ammassata sotto le scale che portano al teatro, in attesa del via della sicurezza, il chiacchiericcio è quasi fastidioso, così come l'odore del bacon e delle uova fritte, parte del lauto banchetto. I giornalisti, si sa, hanno molto appetito. Non c'è tensione evidente, è la quiete prima della tempesta, un secondo dopo la fine delle nomination inizierà la bagarre con un fuggi fuggi generale. Tutti a scrivere, a riportare, a raccontare anche queste nominations.

Aprono il teatro, schermo al centro, palco davanti, due imponenti statue degli Oscar , rigorosamente luccicanti, ai lati. Il conto alla rovescia è cominciato, mancano pochi minuti ormai. I truccatori si avventano sulle colleghe delle televisioni americane, piccoli e ultimi dettagli da sistemare, il cameramen cerca la giusta luce, il reporter ripete la sua litania di presentazione, il collega australiano conta le possibili nomination per il suo paese. Seduto, ai lati, per potere correre via, vengo investito da una folata di profumo, dolce, mi giro, è Emma Stone, traballante sui tacchi altissimi, con un abito bianco, svolazzante. Ride e parla ad alta voce mentre cerca di raggiungere il suo sedile.

Pochi secondi, i fotografi schiamazzano nelle prime file, SILENZIO PREGO, 3,2,1, LIVE. Sigla, tutti in silenzio, in mondovisione, la telecamere si accedono, arriva Seth Mc Farlane, il caustico, irriverente e politicamente scorretto, produttore della cerimonia di quest'anno e gia' inventore de I Griffin e Ted.

Entusiasmo, qualche battuta, tante risate. Emma Stone e' una buona spalla e si parte con le nomination, ''rigorosamente in ordine casuale'. Ohh di sorpresa, applausi, gridolini, fischi, a ogni nomination, accompagnata dalle battute di MacFarlane. Tutti hanno almeno un tifoso.

Fosse la cronista norvegese felice per la nomination del film di casa sua e che salta in piedi urlando di gioia al momento dell'annuncio o il commosso agente della piccola Quvenzhane Wallis, nove anni, l'attrice più giovane ad essere mai stata nominata. E che caso accada proprio nell'edizione che vede la presenza della più anziana, Emmanuelle Riva, che di anni ne ha 85 e che ha segnato un altro record: l'attrice e' stata infatti nominata per una performance in lingua originale, francese, ed è la quinta nella storia dopo quelle di Sophia Loren, Robert De Niro, Roberto Benigni, Benicio Del Toro e Marion Cotilliard. Non l'unico record sancito da queste nominations, che piano piano si svelano e che vedono anche George Clooney, produttore di Argo, nominato tra i nove migliori film, raggiungere Warren Beatty, unico fino ad oggi, ad essere stato nominato come produttore, regista, attore e sceneggiatore.Nei record va anche Steven Spielberg, non solo per le dodici nomination che mettono Lincoln davanti a tutti, davanti alle 11 di Ange Lee con la Vita di PI, alle otto del polpettone musicale dei Miserabili, o le otto, rare, della vera sorpresa di questa edizione, Il lato positivo.

Rare, molto, perché la pellicola fenomeno del momento, una dramedy, ovvero una via di mezzo tra una commedia e un dramma, è il primo film a ricevere le nomination di Migliore film, migliore regista, migliore sceneggiatura e le quattro dedicate ad attori e attrici protagonisti e non protagonisti, dopo Reds, nel 1981, ma anche perché Spielberg ha raggiunto quota otto nomination.
Invece, alla prima nomination tra gli attori, ecco Bradley Cooper, Hugh Jackman Emmanuelle Riva, e Quvenzhane Wallis, mentre gli altri nove, sono tutti veterani che hanno già tutti almeno un Oscar: Daniel Day Lewis, Denzel Washington, Alan Arkin, Robert De Niro, Philip Seymour Hoffman, Tommy Lee Jones, Christoph Waltz, Sally Field ed Helen Hunt.

E gli altri? Rosicano, a casa, con le televisioni ormai spente e le recriminazioni e le accuse pronte ad accendersi.

Ohh di sorpresa e tanti applausi anche per le nomination del film austriaco Amour, che con ben cinque candidature si piazza tra i favoriti ed è già entrato nella storia: è il quinto film ad essere stato nominato sia nella categoria dedicata ai film stranieri che ai migliori in assoluto, destino toccato anche a La vita è bella, di Benigni, quando il cinema italiano era ancora protagonista.

Manca poco, le nomination si chiudono con i migliori film, sono nove, tutti quelli nelle possibilità della giuria dell'Academy, significa che i voti degli oltre novemila membri si sono stati distribuiti equamente e che ci sarà battaglia. Inizia il fuggi fuggi, scappo tra i primi, raggiungo il tavolo dove c'e' la cartella stampa, con tutte la categorie minori. Esco quasi di corsa, attraverso la strada, salgo in auto, apro la busta, non funziona la luce nell'abitacolo. Esco, piove ancora, uso la luce dei fanali per scorrere ognuno dei nomi, uno potrebbe essere italiano, ma no, mi ricordo, è cileno.
Sono quasi alla fine, poi ecco, lo vedo Dario Marianelli per la colonna sonora originale di Anna Karenina. Anche l'Italia ha un campione da tifare.
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