Visti per voi
 
Il film uscirà in Italia il 10 settembre e vede Owen Wilson nei panni del protagonista.
(KIKA) - “Sono stato in Thailandia con mio padre e il giorno prima del nostro arrivo c’era stato un colpo di stato. I ribelli avevano cacciato il primo ministro e i generali avevano preso il controllo del Paese. Ho iniziato a pensare: cosa sarebbe successo se avessi avuto i miei figli con me? Cosa avrei fatto se le cose si sarebbero messe davvero male?”. La risposta, il regista John Erick Dowdle, se l’è data, e l’ha consegnata a noi, con un film, No Escape - Colpo di stato, che uscirà in Italia il prossimo 10 settembre. (Guarda il trailer qui)



Con il fratello Drew ha scritto, diretto e prodotto la pellicola che vede come protagonisti Owen Wilson nei panni di un padre di famiglia e Lake Bell in quelli di sua moglie. Con loro ci sono anche le due figlie e Pierce Brosnan, al fianco dell’attore di Zoolander in questa lotta per la vita ricca di suspance.



Il film, a differenza delle commedie in cui siamo abituati a vedere la chioma bionda di Owen Wilson, non ha nulla di comico e la vicinanza con la realtà rende tutto più inquietante: per lavoro, un ingegnere decide di trasferirsi con tutta la famiglia in un paese asiatico non meglio identificato -  ma il film è stato girato in Thailandia, che ha chiesto di rimanere irriconoscibile e poi ha bandito la pellicola sul suo territorio.

Durante una mattina apparentemente tranquilla, mentre la famiglia è in hotel tra relax e piscina, Jack Dwyer (Wilson) scende in strada per comprare un quotidiano. Ed è qui che d’improvviso succede l'inaspettato: si trova nel bel mezzo di una rivolta di strada violentissima, tra ribelli e polizia. Da quel momento è un susseguirsi di tensione, aggravata, per lo spettatore, dalla vicinanza con una realtà non così lontana dai fatti raccontati (a Bangkok, meta turistica tra le più amate dagli occidentali, è appena stato compiuto un attentato proprio contro i turisti, con una ventina di morti e centinaia di feriti).



Giustizia sommaria, sparatorie, kalashnikov e, per complicare le cose, tanta confusione: nessuno, fuori dall’hotel, parla inglese e in strada non ci sono segnali o insegne vagamente riconoscibili, perché nessuna  scritta è nel nostro alfabeto.

È stata proprio questa componente reale ad attrarre l’attore protagonista e a spingerlo fuori dalla sua “confort zone”, fatta di commedie divertenti e a lieto fine: “Ho semplicemente pensato che questo personaggio potevo essere io. Non fa cose impensabili, tipiche dell’action movie, ma è un uomo come me, che attinge risorse da se stesso, motivato dal bisogno primario di mettere in salvo i suoi figli”.



L'obiettivo del protagonista, infatti, è uno solo, portare in salvo la sua famiglia raggiungendo l’ambasciata americana.

Ci riuscirà?

 

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