Visti per voi
 
Il film sullo scandalo dei preti pedofili non ha ancora una data di uscita italiana.
Doppio applauso della stampa per Spotlight, il film di Tom McCarthy presentato a Venezia, fuori concorso.

La pellicola racconta brillantemente, con tono investigativo, lo scandalo sessuale che ha investito la Chiesa Cattolica nel 2001 a Boston (ma arriva fino a qui visto che il cardinale Law, coinvolto nell’insabbiamento di tutti i casi di molestie, era stato spostato a Santa Maria Maggiore, a Roma nel 2004), ma lancia un altro messaggio forte e chiaro, oltre a quello, già brutale di per sé, della cronaca dei fatti: il dramma di questa grande città, dove l’inchiesta giornalistica ha portato alla luce più di 80 preti responsabili di molestie su minori, era sotto gli occhi di tutti, polizia, organi legislativi, politici, famiglie, scuole e persino media, da decenni. L’impensabile era lì, ma non aveva un faro puntato che lo illuminasse per mostrane i lati più macabri. Il sistema era collaudato, il silenzio assordante.



“Tu tieni alla tua città, vero?”, chiede uno dei pilastri della vita politica e religiosa al responsabile di Spotlight, gruppo di giornalisti del Boston Globe che si occupa di inchieste top secret, interpretato da Michael Keaton, per intimorirlo dal proseguire con la sua ricerca. Sei davvero disposto a distruggere la reputazione di un’intera istituzione, indispensabile per la comunità, solo per colpa di qualche mela marcia?, prosegue poi.

La pubblicazione di questi atti ha avuto gli effetti di un vero terremoto, come ha raccontato il regista in conferenza stampa a Venezia: “In quasi tutti gli angoli di Boston c’è una chiesa. Ora molte di queste chiese sono state chiuse per pagare i danni ai sopravvissuti, che dopo la nostra inchiesta sono aumentati. È come se si fosse sgretolato un muro”, “e mi auguro che abbia lo stesso effetto sulla Chiesa tutta”, ha aggiunto Mark Ruffallo, bravissimo nel ruolo del giornalista d’altri tempi, Mike.



Nel film, infatti, si parla molto anche di tradimento della fede: molte delle vittime, cresciute proprio da quella chiesa che le ha poi tradite, sono state abbandonate a se stesse, uccise o segnate da dipendenze spesso letali, come l’eroina.



“Credo che per la chiesa cattolica sia un’opportunità unica per per iniziare a guarire le ferite di chi ha perso la fede e per le vittime di abusi. Spero che il Vaticano la sfrutti come occasione per raddrizzare i suoi torti e prenda le difese delle vittime che hanno cercato di mettere la loro vita in ordine da sole. Anche la Chiesa stessa ha subito i danni altissimi per quanto accaduto, in termini di credibilità”.

Non voglio distruggere il sistema, ma mostrare la verità - ha aggiunto Ruffalo - dobbiamo riallinearci con essa, è una cosa che dobbiamo fare e basta. Mike (il suo personaggio, ndr) è stato cresciuto cattolico e dagli insegnamenti di Gesù ha tratto i suoi valori.
So di cosa parla Mike quando dice che ha perso la fede perché sono quei valori che sono stati distrutti in questa vicenda”.

“Il nuovo Papa è straordinario e tutti devono essere fermamente contrari a quanto accaduto e il Papa deve essere il primo a farlo", ha commentato Stanley Tucci.
“Vorrei che anche il Papa,  i cardinali e i vescovi lo vedessero, non ho nulla contro la Chiesa”, ha concluso il regista.



Il film, che non vede un solo protagonista ma più attori impegnati nella narrazione dei fatti così come accaduti, ci interroga anche sul destino del giornalismo investigativo, messo a dura prova dalla crisi economica e di lettori:

“Le notizie i media hanno perso molta credibilità dopo la guerra in Iraq - ha commentato Mark Ruffalo - siamo all’inizio di una nuova era.

Il vecchio modello non ha più quella forza ma altri canali, nel mondo digitale, la possiedono già, ci sono giornalisti liberi oggi, finanziati direttamente dai lettori. Sarà momento emozionante per il giornalismo investigativo”.

In attesa di poterlo vedere nelle sale (la data di uscita italiana non è ancora stata resa nota), ecco il trailer.

 

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