- lunedì, 23 Luglio 2018
Bettarini Jr.: "Ho visto mio padre piangere per la prima volta"
Il figlio d'arte racconta a La Gazzetta dello Sport i drammatici momenti dell'aggressione.
Bettarini Jr.:

(KIKA) - MILANO - Niccolò Bettarini è tornato a parlare dell’aggressione subita poche settimane fa sulle colonne del quotidiano La Gazzetta dello Sport. Si tratta di un approfondimento di quanto accennato dal figlio d’arte via social pochi giorni dopo essere stato dimesso dall’ospedale Niguarda di Milano.

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Per un amico combatterò sempre. Mentirei se ora dicessi che quel gesto avventato che poteva costarmi la vita me lo potevo anche evitare! Non sono uno che passa il sabato a casa, all'Old Fashion ho festeggiato anche il mio diciottesimo, è un locale dove mi son sempre divertito e sentito protetto, così quel sabato avevo deciso di andarci con la mia compagnia. Era ora di rientrare a casa, ma dall'altra parte della strada la mia migliore amica, Zoe, ha iniziato a chiamarmi, urlandomi che stavano picchiando il nostro amico Andrea, un pr e organizzatore di eventi che conoscevo da parecchio tempo. Sono arrivati altri ragazzi, ci hanno aggredito, anzi 'mi' hanno aggredito: ero cosciente, ricordo tutti i particolari, ho sentito che mi avevano riconosciuto e che 'volevano ammazzarmi' perché sapevano chi fossi. Erano dieci, ho tentato di difendermi e parare i loro colpi”.

Bettarini jr. racconta anche della reazione dei suoi genitori: "Noi siamo anche e soprattutto le persone che amiamo e che ci amano; ho visto i miei familiari straziati. Nessun genitore merita di ricevere la telefonata che loro hanno ricevuto. Mia madre ha passato delle ore terribili, a pensare al peggio che poteva accadermi. Mio padre non si era mai fatto vedere piangere in tutta la nostra vita insieme, appena è entrato in ospedale non è riuscito a trattenere le lacrime. Queste cose succedono troppo spesso la notte a Milano e io voglio dare un messaggio chiaro perché la sicurezza va garantita!".

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Infine un monito ai coetanei: “Reagire è stato fondamentale. Sono convinto che i miei coetanei abbiano capito il mio messaggio. Non conta che sia accaduto a me, è un fatto ciò che è accaduto: occhio, ragazzi, fate attenzione perché si può perdere tutto in un soffio”.

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