(KIKA) -  HOLLYWOOD -  L’immagine simbolo di una complicatissima, ma in fin dei conti riuscita, 78esima edizione dei Golden Globe la regala il povero Daniel Kaluuya, che al momento di ricevere il Best Supporting Actor per Judas and the Black Messia viene tradito dalla linea internet, rimanendo in fermo immagine in diretta mondiale.

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La pandemia detta tempi e modi alla kermesse organizzata dalla Holywood Foreign Press Association che riconosce ogni anno il lavoro dei protagonisti del mondo dell’intrattenimento, ma se le restrizioni imposte per limitare il contagio da coronavirus ha impedito il tipico assembramento delle grandi occasioni, fantasia e creatività non sono certo mancate e i software hanno fornito il vitale supporto in una edizione che presentava inediti ostacoli.

La quasi totalità dei protagonisti della rassegna erano collegati via Zoom da casa, ma il Beverly Hilton di Los Angeles e la Rainbow Room del Rockefeller Center di New York hanno fatto da postazioni privilegiate per pochi intimi, per lo più addetti ai lavori e presentatori delle categorie, titoli e attori in gara: Margot Robbie, Laura Dern, Selma Hayek, Jane Fonda ad esempio hanno ‘lavorato’ in presenza.

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Le conduttrici Tina Fey da New York e Amy Poehler da Los Angeles hanno scherzato sulla recente polemica che ha visto coinvolti i membri della HFPA, nessuno dei quali è di colore. La Fey ha definito l’organizzazione come un’” entità formata da 90 giornalisti internazionali non-neri”. Anche Jane Fonda, che ha ricevuto il premio alla carriera Cecil B. DeMille, nel suo discorso di ringraziamento ha sottolineato la necessità di dare spazio alla diversità: “Facciamo uno sforzo affinché tutti possano essere uditi”.