(KIKA) - PARIGI - Nuova tegola giudiziaria sulla testa per Roman Polanski, proprio alla vigilia della presentazione francese del film dedicato all'affaire Dreyfus, J'accuse, L'ufficiale e la spia, premiato con il Leone d'Argento alla 76esima Mostra del Cinema di Venezia: una donna l'ha infatti accusato di stupro.
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Valentine Monnier, questo il nome della donna, ha raccontato a Le Parisien i fatti, avvenuti nel 1975 quando lei aveva solo 18 anni nello chalet del regista a Gstaad: secondo il racconto, dopo cena, durante la gita sugli sci, Polanski la chiamò al piano di sopra, dove la Monnier trovò il regista nudo; Polanski l'attaccò e le strappò i vestiti prima di violentarla selvaggiamente.
L'avvocato di Polanski, Hervé Tèmime, avrebbe negato le accuse che però ripropongono un quadro già visto per il regista: l'accusa di aver violentato nel 1978 Samantha Geimer, allora tredicenne, in seguito alla quale il regista francese fuggì dagli Stati Uniti prima di essere condannato, e che gli è costata l'espulsione dalla Motion Picture Academy nel 2018.
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Oltre a questa accusa, quella di Marianna Barnard, che qualche anno fa denunciò su Twitter le molestie subite dal regista a 10 anni, nel 1975, mentre al 1972 risalirebbe lo stupro di Renate Langer, sempre a Gstaad.
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