(KIKA) - TORINO - Sullo schermo lo conosciamo come il giudice burbero di Masterchef e come il Gordon Ramsay italiano per Cucine da incubo, reality in cui interviene per salvare ristoranti quasi in rovina suggerendo come migliorare il menu, il servizio in sala, l'arredamento e le condizioni della cucina. Ma per i NAS, i nuclei antisofisticazioni, anche quella del Bistrot di Torino di Antonino Cannavacciuolo è una... cucina da incubo!

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Tanto da essersi meritata una denuncia per frode in commercio per alcuni prodotti trovati nel congelatore del ristorante inaugurato da pochi mesi poco lontano dal Po e non segnalati con il dovuto asterisco, che lo chef asserisce, in una intevista al Secolo XIV, essere avanzi destinati allo staff. Destinatari della denuncia il direttore del locale e la moglie di Cannavacciuolo, Cinzia Primatesta.

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Naturalmente il giudice di Masterchef non ci sta a passare per disonesto e non solo replica ma attacca: "Ma quale frode? Per me significa fregare i clienti. E né io, né mia moglie, né il nostro staff lo ha fatto, lo fa o lo farà mai. Va bene che ci siano delle regole, ma applicarle in questo modo è assurdo. Si parla tanto delle difficoltà che gli imprenditori sopportano per lavorare in Italia, in qualsiasi settore. Ecco: storie come questa fanno venire voglia di andarsene da un’altra parte."

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Cannavacciuolo è il secondo giudice di Masterchef che ha incontrato difficoltà professionali fuori dal cooking show: poche settimane fa Joe Bastianich ha chiuso il Ricci, il ristorante aperto nel 2015 con Belen Rodriguez.

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